George R.R. Martin, classe 1948, scrittore di fantascienza e fantastico, con al suo attivo anche gli script di diversi episodi di Ai Confini della Realtà, di La Bella e la Bestia (la serie tv con Hellboy/Ron Pearlman) e parecchi anni di lavoro a Hollywood, sta conoscendo un successo mondiale in questi ultimi anni grazie alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, una saga in (previsti) sette volumi ambientata nella fantastica terra di Westeros. Il successo dei romanzi ha spinto alcune case produttrici di giochi a produrre sia un gioco di carte collezionabili che un gioco da tavolo ispirati ad essi e il tutto ha condotto Martin a Lucca Comics & Games per la presentazione congiunta dei giochi e della versione in inglese del suo ultimo romanzo (il quarto della saga) intitolato A Feast for Crows (Un Sabba di Corvi).

Fantascienza.com, grazie anche alla disponibilità di Andrea Cianci dell'ufficio stampa della Nexus, è riuscito a intervistare l'autore americano.

Signor Martin, trova che scrivere sia divertente, insomma una specie di gioco?

No, per niente, giocare è bello, masterizzare un gioco di ruolo è divertente ma scrivere è un lavoro duro. Qualcuno immagina lo scrittore sempre teso davanti al foglio bianco, che suda letteralmente sangue... beh... è quasi così... è bella la sensazione di avere tra le mani un libro pubblicato, ma tutto il lavoro di produzione è proprio un lavoro, quindi soddisfacente se ben fatto ma davvero molto faticoso.

Lei ha scritto racconti e serial televisivi di fantascienza per poi dare alle stampe una epica saga fantasy in più volumi in un periodo in cui il fantasy sembra avere la meglio sulla fantascienza, perché questo cambiamento di gusti secondo lei?

Penso che questo sia strettamente legato ai mutamenti della società, la fantascienza era molto popolare negli anni 50 e 60 quando io stavo crescendo, un periodo in cui eravamo tutti molto ottimisti riguardo al futuro. Il futuro era qualcosa di bello verso il quale stavamo andando tutti insieme, saremmo andati sulla luna, saremmo andati su Marte, avremmo raggiunto le stelle, la scienza e la tecnologia avrebbero reso il mondo un posto migliore, anzi, il migliore in cui vivere. Ora invece la gente è terrorizzata dal futuro, il futuro è qualcosa di oscuro, che non ci da alcuna sicurezza né tranquillità, gli sforzi per raggiungere le stelle e i pianeti ormai sembrano abbandonati a favore dell'utilizzo militare dello spazio, scienza e tecnologia che avrebbero dovuto combattere le malattie e migliorare il mondo hanno invece creato ulteriori problemi attraverso l'inquinamento di ogni genere fino ad essere responsabili addirittura della comparsa di nuove malattie, quel senso sociale di fratellanza è stato definitivamente sostituito dal sospetto ingenerato dal terrorismo. La fantascienza si rivolgeva a persone che volevano avere buone notizie sul futuro, ma oggi quelle stesse persone sono state deluse e si sentono ciniche nei confronti di tutto questo. Dunque è meglio passare in mondi paralleli assolutamente fantastici quando si vuole un po' di svago.

Perché si sceglie di scrivere una saga? E' un desiderio dello scrittore oppure si tengono d'occhio anche le esigenze del mercato editoriale che così può accalappiare un lettore per più libri?

Per quanto mi riguarda l'esigenza è nata proprio dalla mia vita e da come mi sentivo. Prima di iniziare le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco lavoravo a Hollywood per diverse produzioni televisive e cinematografiche come sceneggiatore, consultant e producer, ma soprattutto scrivendo storie che risultavano sempre troppo vaste per numero di personaggi, lunghezza degli intrecci, eventuali effetti speciali da utilizzare, insomma ero costretto a tagliare e tagliare solo per motivi di budget e dopo più di dieci anni di questo lavoro ero davvero stufo di tutto questo, avevo bisogno di una grande storia, piena di personaggi, intrighi, con battaglie epiche, draghi nel cielo, migliaia di comparse e personaggi minori in scena ogni volta che volevo, senza limitazioni di sorta.

<i>A Feast For Crows</i>, in uscita questo novembre negli Stati Uniti
A Feast For Crows, in uscita questo novembre negli Stati Uniti

Nei suoi libri si seguono più personaggi e le loro vicende che si intrecciano e si separano, e i singoli capitoli vengono intitolati con il nome del protagonista, ma lei, tecnicamente, che metodo di scrittura adopera?

Diciamo innanzitutto che ho bene in mente da dove parto e dove voglio arrivare, ho uno schema preciso dell'evoluzione della saga, e rimanendo aderente a questo porto avanti l'intera vicenda di uno dei personaggi, poi torno indietro e ricomincio con un altro, mentre i capitoli crescono faccio almeno tre revisioni di incrocio per vedere se le vicende funzionano realmente e quando sono arrivato in fondo chiudo tutto per poi iniziare le revisioni generali, almeno tre, che riguardano l'intero romanzo. E' uno schema di lavoro molto regolare, ma per l'ultimo romanzo ho rallentato per seguire lo sviluppo dei giochi da tavola e di carte che vengono presentati anche qui in questi giorni.

A proposito di giochi, pensa che le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco avranno mai uno sviluppo di gioco multimediale, per PC o consolle?

Ho ricevuto diverse offerte per giochi da consolle e da PC, ma è un lavoro molto complesso bisogna trovare gli sviluppatori adatti, che comprendano bene il mondo del trono di spade, con i quali lavorare gomito a gomito come ho fatto per il gioco da tavolo e quello di carte. Un progetto di questa portata è molto costoso. Penso che verrà realizzato ma non so bene quando.