Un cratere sulla Luna porta il suo nome ed è senza dubbio un’icona letteraria per milioni di lettori in tutto il mondo: stiamo parlando di Ray Bradbury, l’autore di Cronache Marziane e di Fahrenheit 451, di cui è appena uscita in America una raccolta di saggi, dal titolo Bradbury Speaks - Too Soon from the Cave, Too Far from the Stars. Si tratta di una raccolta di 37 saggi (dodici dei quali scritti per questo volume), a metà tra un libro di memorie personali e di interessanti considerazioni sullo stato attuale dell’arte, ma anche di riflessioni - piccanti, spesso mordenti, sempre affascinanti - sul passato e sul futuro dell’Uomo. Due saggi, ad esempio, sono dedicati a due città simbolo come Parigi e Los Angeles, mentre altri sette alla scrittura (con interessanti notizie e curiosità sulla sua straordinaria carriera) e cinque alla fantascienza.

Un libro molto interessante, proprio perché lo scrittore americano è una figura chiave della letteratura fantastica del secondo dopoguerra, e la sua attività si è estesa anche in campo cinematografico, teatrale, saggistico e poetico. Con John Huston, ad esempio, ha collaborato alla sceneggiatura del celebre film Moby Dick e ha adattato parecchi suoi racconti per il teatro.

Non è certamente un libro autobiografico, ma traspare comunque un ritratto intimo e personale di Bradbury, e, soprattutto, della sua visione del mondo e del suo essere scrittore. Una porta aperta sul suo personale universo, dunque, e sulla sua carriera, il cui inizio non è stato facile. Bradbury ha, infatti, ricevuto molti rifiuti sia dalle fanzine sia dalle riviste, prima di cominciare a pubblicare i suoi primi racconti. Questi primi rifiuti – motivati dall’uso di una prosa troppo letteraria e dalla scelta di includere poca scienza nelle trame delle sue storie - lo indussero a crearsi una sua fantine, dal titolo Futuria Fantasia.

In seguito, lo scrittore americano si è preso una grande rivincita, non solo perché la sua narrativa breve è apparsa sulle più prestigiose riviste americane, ma anche perché la sua fama è proprio grazie ai racconti che Bradbury è stato apprezzato dalla critica non specializzata.

Il successo arriva, comunque, nel 1950, con la pubblicazione di Cronache Marziane, un romanzo che narra della conquista e della colonizzazione di Marte, frutto della fusione di racconti pubblicati su vari giornali e riviste tra gli anni ’40 e ’50. Un’opera narrativa che è stata letta come una dura critica al mito – tutto americano – della frontiera.

Fahrenheit 451 è l’altra opera più famosa di Bradbury – grazie anche alla trasposizione cinematografica di François Truffaut del 1967 -, in cui un regime dittatoriale futuro impedisce il proliferare della cultura, distruggendo e bruciando qualsiasi libro.