- Ci siamo, ci siamo! - strillò subito il ragazzo, facendo seguire una serie di ululati - L'ha riconosciuta!

Il contrabbandiere si issò a fatica sulla poltrona con un'aria sofferente e dondolando il capo.

- Vedi? Lo sapevo!

Onk Beluga si avvicinò lentamente, dissimulando perfettamente la sua curiosità. Quando fu dietro le spalle del ragazzo, questi riprese a parlare.

- Ho impostato una ricerca sulla banca dati clone delle rotte stellari che ho copiato da un amico...

- Ma per Allah e Feneeg, quante volte ti ho detto che non voglio neanche un byte di fottuto software sprotetto su questa nave! - il pirata scuoteva il capo sconsolato.

- E sai cos'ho trovato? - continuò Cip Zelyatta, ignorando il commento - "Kira Techunja, massa 37 K, spettro metalli 93%, blablabla, scomparsa lungo la rotta 396 da Maya a Ekron in data sette punto sette punto due diciannove. Nave da trasporto. Valore carico stimato..."

Il mozzo non ebbe il tempo di terminare la lettura che il comandante della nave, in un impeto di improbabile ed energico entusiasmo, era già balzato alla poltrona di comando e pigiava tasti all'impazzata, facendoli cambiare di colore.

- Trecento Megacrediti Stellari! Invertiamo la rotta, poppante. Dillo tu al cervellone!

- Subito comandante! Immediatamente!

Cip Zelyatta armeggiava con uno degli esoscheletri di sicurezza, mai usati prima di allora sull'Euphrates. Non era mai uscito "a far due passi nello spazio esterno", e la cosa gli dava una tachicardia tale che a stento si reggeva in piedi. Abbordare la Kira Techunja non sarebbe stato facile, per quell'ubriacone di Onk Beluga, ma i rischi più grossi stavano tutti nel salire a bordo di una nave naufraga, in totale assenza di gravità e di ossigeno.

Si era offerto volontario, e cercava di ricordarselo per farsi più forza, per quanto sapesse che se non si fosse offerto spontaneamente Onk Beluga ce l'avrebbe mandato a calci, là fuori. L'altoparlante emise una versione metallica della molle voce del pirata.

- Sei pronto, moccioso? Quanto ti ci vuole per infilarti quella tuta?

- Ci sono quasi, ci sono quasi! - rispose Cip Zelyatta tastando la superficie dell'esoscheletro in cerca di comandi che non trovava - Comandante, come si accende il retrorazzo?

- Ma dove credi di andare, idiota! - gli strillò l'altoparlante, alterato - Prova a toccare i retrorazzi e se sopravvivi ti ammazzo io! Devi spostarti col magnetizzatore! Ma chi te l'ha dato il brevetto?

- Scusa, scusa! Hai ragione: magnetizzatore, invertitore, pressurizzatore... Hai ragione, hai ragione. - biascicò balbettando il giovane, in preda a un evidente attacco di panico.

- Chiudi la visiera e allacciati, che ci siamo!

Cip Zelyatta si bloccò sullo strapuntino, si sistemò il casco, si sbloccò di nuovo, si alzò, andò a prendere il fucile, tornò a sedersi, si alzò di nuovo, andò a prendere la fiocina, si fermò prima di sedersi, controllò le bombole...

- Vuoi finirla? - esplose l'altoparlante - Siediti e proviamo la trasmittente. Mi senti?

- Sì, ti sento! - rispose solerte il giovanotto, in un bagno di sudore.

- Ma no, cretino! Sto facendo le prove con la radio: chiudi la visiera e accendi la trasmittente, ho detto!

Il mutante eseguì l'ordine e si ancorò di nuovo al sedile.

- Mi senti adesso?

- Forte e chiaro, comandante!

- Giura!

- Come comandante?

- Ti rendi conto, ragazzo? Ho comprato il cimelio che stai indossando da un rigattiere a Kimpfellion circa dieci anni fa, e non l'ho mai usato fino a oggi. E funziona tutto! Mi spiace quasi di averlo pagato con una tessera falsa, quel tizio!