Negli anni '80, quando l'artista manifestò quei problemi di vista che lo costrinsero a rallentare la produzione, ma non ad arrendersi del tutto alla progressiva perdita della percezione luminosa, ebbi l'occasione di sostituirlo per un breve periodo, ma senza possibilità alcuna di gioirne nonostante mi si offrisse l'opportunità di lavorare su soggetti a me congeniali, di realizzare un sogno giovanile: dipingere fantascienza per la collana di libri che amavo di più: i Romanzi di Urania! Perché non è mai bello fare qualcosa che ti viene offerto a causa di un inconveniente capitato a un amico.

Recentissimamente sono stato invitato a parlare di illustrazione fantascientifica all'Istituto Europeo di Design, dove avrei dovuto tenere il mio secondo incontro con gli studenti nel medesimo giorno in cui si sono svolte le esequie, nel piccolo centro sul lago Maggiore, a due passi dal confine italo-svizzero. Era fuori discussione che mancassi ai funerali, che non fossi presente con tanti amici e conoscenti alla cerimonia, vicino alla famiglia in lutto, mentre il rito avveniva sotto una pioggia quanto mai consona al momento, insieme a Marzio Tosello, Vittorio Curtoni e Giuseppe Lippi, coi quali ho fatto il viaggio per arrivare fin lì, e coi quali condividerò in avvenire anche questo ricordo.

Quando - penso tra breve - potrò di nuovo raccontare ai giovani allievi le vicissitudini della mia professione, tentando di comunicare loro un poco dell'entusiasmo che provo nel vedere la realtà con un pensiero che ama speculare in chiave fantascientifica, sarà con l'onore di sempre ma con lo stesso sconforto che provo ora che parlerò ancora di Karel Thole, della sua geniale e sbrigliata inventiva, del tocco sensibile con cui fino in fondo ha aggiunto ricchezza all'arte fantastica contemporanea. In questo ultimo scorcio di secolo dominato dall'invadenza dell'immagine elettronica, l'esempio della sua preziosa artigianalità deve essere custodito a ogni costo e tramandato agli artisti che verranno.