a cura di

Vittorio Catani

Quando le radici

Rassegna storica della fantascienza italiana Introduzione


Renato Pestriniero

(1989, foto: Gian Filippo Pizzo) Nello scorso numero di Delos inauguravamo la nostra rubrica con il racconto L'altra riva, di Lino Aldani, pubblicato nel 1967.

Stavolta vi presentiamo un autore la cui prima storia di sf apparve a firma 'Pi Erre' nel lontano 1958, sulla rivista Oltre il Cielo.

Dietro quello pseudonimo si celava un autore venticinquenne, Renato Pestriniero, che da allora non ha mai smesso di scrivere sia sf, sia narrativa fantastica e vanta, oltre a una bibliografia ragguardevole (di cui diamo un... pallido assaggio in calce), una lista interminabile di riconoscimenti, premi, nonché varie traduzioni all'estero (perfino un romanzo in catalano, circostanza invidiatissima da molti, incluso chi vi scrive!)

Vale la pena segnalare almeno un paio delle innumerevoli "avventure" fantascientifiche del mite, affabile Renato in 40 anni di attività. Il suo racconto Una notte di 21 ore, pubblicato nel 1960 su Oltre il Cielo, attrasse l'attenzione del regista Mario Bava che volle trarne un film: evento davvero unico nella storia della sf italiana. L'opera giunse sugli schermi nel 1965 col titolo Terrore nello spazio; la sceneggiatura annoverava collaboratori di prestigio quali lo scrittore Alberto Bevilacqua e il critico Callisto Cosulich.

Un secondo (e insolito per altri motivi) evento nella carriera del Nostro si verificò nel 1982: egli aveva ricevuto da A.E. van Vogt autorizzazione ad ampliare in romanzo il celebre racconto Il villaggio incantato... Ebbene, per vicissitudini su cui qui non è il caso di soffermarsi, Il villaggio incantato di Pestriniero, edito dalla Libra, vide la luce a nome... dello stesso van Vogt. Col risultato che, ancora oggi, pochissimi conoscono l'identità del vero autore...

Oltre il Cielo era una rivista "diversa" anche per quei tempi: nata nel settembre 1957, quindicinale, aveva un formato quasi tabloid, carta patinata, e si divideva in due sezioni distinte: la prima dedicata ad astronautica, missilistica e annessi (con numerose foto), la seconda riservata a racconti fantascientifici, soprattutto di autori italiani, che spesso vi apparivano sotto pseudonimo. Le illustrazioni in bianconero erano solitamente di Massimo Jacoponi. Sulle pagine dei 155 numeri di Oltre il Cielo scrissero, e spesso possiamo dire si formarono "fantascientificamente", quasi tutti gli autori italiani della "prima generazione": oltre a Pestriniero Maurizio Viano, Giovanna Cecchini, Peter Kolosimo (proprio lui...), Piero Prosperi, Ugo Malaguti, Gianfranco de Turris, Sandro Sandrelli, e tantissimi altri; Aldani cominciò a pubblicarvi alcune delle sue storie più celebri, firmandosi "N.L. Janda". Gli autori avevano una personalità spesso spiccata, e in alcuni casi cominciarono a dare una loro decisa, personale impronta alla "fantascienza italiana": qualunque cosa si voglia intendere con questa espressione!

Per comprendere meglio il contesto, occorre considerare che a quell'epoca la science fiction era entrata in Italia da poco (Urania nacque nel 1952), e chi tentava di scriverne non aveva in pratica altri modelli a parte le giovanili letture di Verne se non i romanzi che cominciavano a giungerci dagli Usa, peraltro spesso presentati in traduzioni parziali o approssimative. Per i nostri autori o aspiranti tali si trattava, in una parola, di imitare. Ma in Italia non esisteva una vera tradizione di narrativa popolare su riviste, né una diffusa cultura scientifica di base, né tanto meno una tecnologia avanzata che facesse da stimolo trainante: di conseguenza, una "imitazione" pedissequa dei beniamini d'Oltreoceano a volte risultava decisamente goffa, anche perché spesso non "sentita". A tal proposito ha rilevato Pestriniero: "[Scrivendo fantascienza] alcuni di noi volevano solo imparare, e mediare, portare al nostro modo di guardare e vedere quell'esplosione di inventiva e quella fiducia totale in una tecnologia salvifica, mettendo qualcosa anche sull'altro piatto della bilancia." E, con una punta polemica: "[Ma] allorché si cercava di inserire qualche elemento più consono al nostro sentire, subito qualcuno appartenente alla critica ufficiale o qualche addetto ai lavori sistemato ai piani alti analizzava con la lente d'ingrandimento e stroncava... Salvo nel contempo lasciar passare macroscopiche ingenuità d'importazione come esercizi di bravura" [da C'era una volta la Luna di Renato Pestriniero, 1998, ed. in proprio, pag. 10].

Souvenir il racconto che presentiamo è, possiamo dire, una tipica storia alla Pestriniero, scrittore lontanissimo da trame roboanti e tutto teso alla creazioni di ambienti, atmosfere, personaggi. Un particolare ramo della produzione di Renato veneziano verace riguarda racconti fantastici o di sf dedicati alla sua città: una Venezia "diversa", unica, dal fascino senza tempo, sottile, misterioso, quasi da iniziati, o da alieni. Non per nulla egli nel 1996, con il giornalista Carlo della Corte (altro veneziano, nonché nostro science fictioneer "storico") ha curato un'antologia di racconti fantastici tutti imperniati su Venezia (Cronache dall'Arcipelago, con racconti di Giorgio Scerbanenco, Kim Stanley Robinson, Ugo Facco de Lagarda, Giulio Raiola, e molti altri).

Souvenir apparve per la prima volta a metà anni Ottanta benché la sua stesura ha dichiarato Pestriniero risalisse al decennio precedente. E' una storia che appartiene al filone "veneziano" dell'Autore e ha risonanze bradburiane, ma filtrate in modo alquanto personale. E' inoltre un esempio di quella fantascienza che riesce a incastrare il futuro nella quotidianità. Infine, il racconto ci sembra una testimonianza d'un certo vivace clima di "contestazione" quasi post-sessantottesca, contro un progresso a tutti i costi, spesso presente nella sf e nella cultura dell'epoca.

Souvenir ha avuto varie edizioni ed è stato tradotto in Francia e Germania.

Come sempre: buona lettura!

BIO-BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Renato Pestriniero, nato a Venezia il 9 luglio 1933, sposato, con una figlia.

Fino al 1988 capo reparto e corrispondente estero presso la filiale veneziana di una multinazionale svizzera di ispezioni e import-export. Attualmente vive e lavora a Trevignano, in provincia di Treviso.

Ha pubblicato oltre 150 titoli fra romanzi e racconti, su varie testate italiane e estere. Per alcuni anni ha diretto la rivista Dimensione cosmica (Solfanelli, Chieti).

Esperienze televisive, radiofoniche, figurative.

Il villaggio incantato (romanzo), ed. Libra, Bologna 1982;

- Au delà du village enchanté (versione francese), ed. J'ai Lu, Parigi 1987;

- Metamorphosen (versione tedesca); Ullstein Verlag GmbH, Francoforte/Berlino, 1987;

Le torri dell'Eden (romanzo), Fanucci, Roma 1983;

Sette accadimenti in Venezia (ant. personale), Solfanelli, Chieti, 1985; [Premio Italia 1986];

Il nido al di là dell'ombra (romanzo), Solfanelli, Chieti, 1986; [Premio J.R. Tolkien 1984; premio Italia 1987; premio Europa 1987];

- El niu mes enllà de l'ombra (versione catalana), Editorial Laertes, Barcellona, 1990;

- Cuibul del dincolo de umbrà (versione rumena), Editura Nemira, Bucarest, 1993;

Phoenix dalle lunghe bifore (romanzo), Ed. Nord, Milano, 1987;

Di notte, lungo i canali... (antologia personale), Ed. Canova, Treviso, 1993; [Premio Italia 1994];

- Venezia, la ville au bord du temps (versione francese), Ed. Denoël, Parigi, 1994;

Una voce dal futuro (romanzo), Ed. Bruno Mondadori, Milano 1996;

Cronache dell'arcipelago (saggio antologico; in collab. con Carlo della Corte), Ed. Il Cardo, Venezia, 1996;)

Perché fantastico, perché Venezia (saggio, in Fantastico e immaginario, 28 Corso Internaz. d'Alta Cultura, Fondaz. G. Cini, Venezia), Solfanelli, Chieti, 1988

Teorema semantico (racconto, in La novella italiana, a cura di C. Segre), Ed. B. Mondadori, Milano, 1992;

C'era una volta la Luna (antol. personale ragionata), ed. in proprio, 1998.

E' in uscita: Cercare Venezia (una guida delle sensazioni), con illustrazioni originali di Neil Watson; Ed. Grafiche Vianello, Ponzano.

Dal racconto Una notte di 21 ore il regista Mario Bava trasse il film Terrore nello spazio che rappresentò l'Italia nella sezione Dal libro allo schermo, Trieste, 1982, e alla manifestazione A wonderful world, Chicago, 1994.

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