E veniamo ai grassi. Si potrà dibattere sul livello culturale della manifestazione, ma non si può discuterne l'elevato livello lipidico. Non chiedetemi il perché, ma la percentuale di obesi nel fandom americano è altissima, o meglio, pesantissima. Erano parecchi quelli che superavano (e di molto...) i duecento chili, alcuni dei quali si muovevano su curiosi tricicli elettrici per l'evidente difficoltà di deambulare in proprio. Qualcuno potrà argomentare che non si tratta di un'informazione pertinente alla cronistoria di un congresso. Non sono d'accordo. La Convention era fatta da esseri umani e buona parte di essi era obesa e taluni raggiungevano forme mostruose. Mi è ignota la ragione di ciò, ma ciò è un dato di fatto e come tale è probabile che abbia una spiegazione. Io lo riporto senza addurre mie speculazioni.

E veniamo ai belli. Se i grassi erano tutti americani, le belle ragazze erano quasi tutte europee (per conto mio si potrebbe fare a meno del "quasi", ma non voglio eccedere negli assoluti). Le più belle, in media, erano le rumene e le croate. Anche qui riporto solamente i fatti, senza pretendere di spiegare nulla.

E veniamo alle personalità presenti alla Convention. Erano tante. Un'approccio formale all'atto di redigere questo articolo m'imporrebbe adesso di esibirmi in un lungo elenco delle titolate celebrità che hanno reso Intersection un'evento ufficialmente importante. Ma dato che in definitiva si tratta sempre dei soliti nomi, e soprattutto poiché, come ho già espresso, l'elemento più interessante di una Convention di science

fiction è rappresentato dalla comunicazione reale che si consegue con gli individui che si incontrano, piuttosto che dalla passiva e distante contemplazione adorativa delle "star" conclamate, mi sembra di rendere a chi legge un servizio migliore elencando invece di seguito, in ordine alfabetico, una lista di nomi di persone valide con le quali ho avuto il piacere di intrattenermi, e che hanno reso la mia partecipazione ad Intersection degna di essere stata vissuta. Talune vi saranno note, molte altre le sentirete nominare per la prima volta:

Frank Beckers, Monica Boiangiu, John Brunner, Aurel Carasel, Jack Cohen, Jonathan

Cowie, Anna Dal Dan, Pascal Ducommun, Ahrvid Engholm, Klaus Frick, Wolfgang Frisch, Alin Galatescu, Silviu Genescu, Cenk Gökçe, Roelof Goudriaan, Mihai Gramescu, Catalin Grosu, Harry Harrison, Franziska Honheit, Toni Jerrman, Vincent Jö-Nès, Leonid Kouritz, Alan Le Bussy, N. Lee Wood, Sakari Lindhen, Sam Lundwall, Heidi Lyshol, Odelius Magnus, Eva Malinowska, Adaleta Maslo-Krkovic, Krsto Mazuranic, Alexandru Mironov, Alina Mitu, Florin Munteanu, Øyvind Myhre, Piergiorgio Nicolazzini, Yaroslav Olsa, Joan Manel Ortiz, Sorin Repanovici, Hermann Ritter, Pedro Jorge Romero, Yuri Savchenko, Cem

Say, Martin Schuster, Norman Spinrad, Maja Strgar, Herbert Thiery, Annemarie Van

Ewyck, Bridget Wilkinson.

In questi nomi è racchiusa la gran parte dell'utilità che ho personalmente tratto dalla partecipazione ad Intersection. Mi scuso con chi ho inevitabilmente omesso per mie carenze mnemoniche (non è facile ricordarsi tutti i nomi).

E veniamo alla parte meno interessante della Convention, sotto il profilo culturale, ma abbastanza apprezzabile sotto il profilo teatrale: la cerimonia di assegnazione degli Hugo.