I due archeologi si infilano prontamente gli Invicta e scattano sull'attenti. - Comandi!

Quarta scena. La negretta dell'Everest e un altro tipo, che sembra il fratello intelligente di Massimo Ceccherini, volano su un elicottero verso un rompighiaccio in navigazione tra gli iceberg.

- Mi chiamo Alexa Woods - si presenta la negretta. - Chiamami pure "Lex", così è più chiaro che sono un rimpiazzo per Sigourney Weaver.

- Io sono il dottor Graham Carnemorta Miller - replica l'altro. - E ti faccio vedere subito le foto dei miei figli, così è evidente anche ai ciechi che finirò squartato e sbranato rendendoli due poveri orfanelli infelici e strappalacrime.

- Che filmone... - commenta Alexa.

Alla buon'ora, si ritrovano tutti a bordo del rompighiaccio. Il padrone di casa (di nave?) è il miliardario Bishop Weyland, un Lance Henriksen evidentemente schifato dal copione, che infatti reprimerà a stento conati di vomito per tutto il film (la scusa ufficiale è il cancro al polmone, ma si vede chiaramente che in realtà si tratta di nausea).

- Abbiamo scoperto una piramidona sotto il Polo! - tuona. - E' in stile egizio con elementi aztechi e capitelli cambogiani, e i mobili sono dell'Ikea.

- Ohhh... Uhhhh... Ahhh! - mormorano tutti.

- La notizia vi ha sconvolto, vero? - commenta Weyland, compiaciuto.

- No, Lance, vecchio mio. Siamo solo attoniti nel vederti ridotto a fare la citazione di te stesso, o meglio del tuo personaggio Bishop l'androide di Alien 2...

- Non lo sto citando.

- Andiamo, stai recitando senza muovere un solo muscolo facciale, e parli in tono piatto e imperturbabile, proprio come un robot!

- Non si tratta di citazioni: è che sono una pippa d'attore.

- Hai ragione, scusaci.

Stacco. Dalle oscure profondità dello spazio, una minacciosa astronave si dirige verso la Terra. A bordo del veicolo, i tre rasta-predator Bob, Ziggy e Marley stanno togliendosi i bigodini dalla testa e finendo di armarsi per la caccia. Hanno artigli retrattili ai polsi modello Wolverine, lame circolari tipo gli shuriken dei ninja, mazze ferrate come quelle degli ultrà laziali, e una buona scorta di lacca per capelli nelle tasche della tuta. Sono pronti a partire.

Nel frattempo la spedizione capitanata da Weyland sta esplorando una base abbandonata tra i ghiacci polari.

- Ehi, qui c'è un buco enorme! - grida uno degli scienziati.

- Sì, inclinazione venti gradi e lunghezza 600 metri. Conduce direttamente alla piramide. Dev'essere stato scavato con una tecnologia superiore.

- Veramente io mi riferivo al buco nella trama. Come cazzo siamo finiti sul set de La Cosa di Carpenter?

- Era in saldo dal robivecchi di Hollywood...

- Ah, allora va bene... Forza, montiamo queste corde e caliamoci fino alla piramidona, perché i veri duri non si fanno domande.

Weyland, Raul Bova, Alexa, Ceccherini/Miller e altri il cui nome non viene detto (perché tanto è chiaro che schiatteranno subito) scendono nel pozzo fino a 600 metri di profondità. Qui montano un set di faretti alogeni e si divertono molto a citare la scena del cratere lunare in 2001 Odissea nello Spazio. Poi entrano a passo di carica nella piramide in un'eclatante cut&paste cinematografico tra Stargate, Il Quinto Elemento, La Mummia e Maciste nella valle dei farmacisti.

- Tu che sei archeologo, riesci a leggere questi geroglifici?

- Veramente non me la cavo tanto bene nemmeno con l'italiano - confessa Raul Bova.

- Lo sapevo che dovevo assumere Indiana Jones - brontola Weyland. - Non importa, andiamo.