La voce nell'interfono risponde di sì. Pochi istanti più tardi un infermiere sorride a Mario Zanon e gli dice: venga, venga. Di qui, prego. Venga, venga.

Mario Zanon viene accompagnato in una... Ha tutta l'aria di una sala d'aspetto. C'è un tavolino e una sedia.

- Si sieda - dice l'infermiere, e consegna a Zanon un foglio. - Compili questo. Deve segnare le risposte che ritiene giuste. Io torno subito.

Zanon osserva il foglio. Prende la penna che c'è sul tavolo e, la lingua sporta a un angolo della bocca, comincia a segnare.

1) Sta andando a un appuntamento. Il sentiero si ferma all'improvviso davanti a un bosco innevato. Entra nel bosco?

No Non lo so

2) Nell'anno 33 d.C. i terrestri hanno ucciso il figlio del dio dell'universo su una croce di legno?

Sì No Non lo so

3) In Italia l'ultimo esemplare di crizca è stato ucciso nel 2049 d.C. sulla Cima della Lobbia.

No Non lo so

4) Ha mai ucciso qualcuno?

No Non lo so

[Se la risposta è sì] Ritiene di dover essere punito per questo?

No Non lo so

6) Le piacciono i fiori?

Sì No Non lo so

7) Vuole bene a sua madre?

Sì No Non lo so

Mario Zanon esita, la punta della biro a metà strada fra "No" e "Non lo so", poi sbuffa e appoggia con forza la penna sul tavolino. Si passa le mani sul viso, fra i capelli. Pensa che gli sta scoppiando la testa.

Dopo un po' entra l'infermiere. - Come va?

- Uhu? Oh. Non ho finito.

- Dolori alla testa?

Zanon annuisce con una smorfia.

L'infermiere sospira. - Su, venga con me. Non importa se non ha finito.

- Davvero?

- Sissì, non fa niente. Venga...

L'infermiere porta Zanon in un'altra stanza. Stavolta lo fa mettere in piedi su un... macchinario d'acciaio, ordinandogli di stare perfettamente immobile. Poi digita qualcosa su una tastiera a un lato della stanza e usa un joystick.

Mario Zanon ode un "tla-tlac" e guarda subito in su, stupito.

- Ecco, abbiamo finito - dice l'infermiere. - Torno subito, mi aspetti qui.

- Devo stare fermo?

- Non è più necessario, però mi aspetti qui. Torno subito.

Mario non ha sentito. Sta ancora guardando il soffitto, attendendo il rumore di prima. Porge il palmo della mano rivolto all'insù, per vedere se anche lì, al chiuso, il cielo sta crollando in minuscoli fiocchi.

Cuori volanti e nidi di carne.

Il rosso della vita che esplode e fuoriesce dall'involucro pensante, altra vita che raccoglie tutto, accatastando carne come ramoscelli, e vi si accoccola in mezzo. L'uomo che è in piedi nella stanza sente che la porta si è aperta.

L'infermiere torna con una lastra nera. La mette controluce su uno schermo e sulla lastra compare un teschio di profilo.

- Qui tutto bene... A parte quella macchiolina lì. - L'infermiere socchiude gli occhi, meditabondo. - Ha l'aria di una bella botta.

- Sì - mormora Zanon.

- Il suo reparto?

- Alpini area est, quadrante effe quattordici, battaglione sette.

- Le capita di sentire suoni, o voci, anche quando è da solo?

- Ahm, no. Be', a volte mi sembra che piova.

- Eh?

- Sento il temporale nei pensieri.

- Capisco. E... odori che non dovrebbero esserci, tipo... vaniglia, fragola?

Zanon scuote la testa.

- Senta... In questo momento è a digiuno? Dovremmo fare delle altre analisi. Sangue, eccetera.

- Uhm.

- ... Signor Zanon?

- Uuuh, ?

- E' a digiuno?

- No - risponde Zanon e indica fuori. - Ho mangiato un po' di patatine, prima, al bar... Quello che c'è qui vicino. Mi dispiace. Mi dispiace...