"I bopper sapevano bene che parecchi umani non si sarebbero lasciati sfuggire la possibilità di distruggere l'intelligenza meticolosamente evoluta dei robot. La massa degli umani era nata aguzzina. Basti pensare alle leggi di Asimov: Proteggere gli umani, Obbedire agli umani, Proteggere te stesso. Prima gli umani e i robot per ultimi? Scordatevelo!"

Così la pensa Ralph Numbers, il robot che è tra i personaggi principali di Software di Rudy Rucker. I bopper, robot senzienti, in continua evoluzione e del tutto indipendenti dagli umani, sono quando di più diverso si possa immaginare rispetto ai robot asimoviani, eppure tanta è la forza del cliché delle Tre Leggi della Robotica che Rucker ha dovuto citarle esplicitamente per meglio potersene distaccare.

Si può senz'altro dire che, dopo Asimov, nessuno ha potuto scrivere un racconto che avesse a che fare con automi e intelligenze artificiali senza doversi confrontare con l'ombra del Buon Dottore. C'è chi se l'è cavata con citazioni ironiche, come Lester Del Rey, del resto grande amico di Asimov, il quale nei suoi racconti robotici cita più volte le leggi di Asenion (o Asimov, secondo certi filologi), inventate in una lontana epoca buia in cui i robot erano privati del libero arbitrio. Il nome di Asenion è quello cui lo stesso Asimov attribuisce la paternità delle Tre Leggi in Abissi d'acciaio, un vezzo divertente, visto che si tratta di una storpiatura del suo cognome pubblicata da una rivista pulp, suscitando le sue vivaci proteste.

La citazione di Del Rey ha comunque una funzione parodica/critica. Nel racconto Un codice per Sam, per esempio, appare un robot costruito secondo le leggi di Asimov/Asenion, che viene trattato con disprezzo e condiscendenza dal protagonista Sam, che invece segue un "codice" molto più umano. Qualcosa di simile avviene nel romanzo Robot Fuorilegge di John T. Sladek, in cui si dice che i robot sono dotati di un "circuito Asimov" che impedisce loro di agire in maniera pericolosa o scorretta. Ma il robot protagonista scopre che il circuito non ha effetto su di lui, e finisce per convincersi che non si tratta che di una credenza priva di fondamento.

Come si vede, la maggior parte di queste citazioni sono ironiche, in funzione o di un superamento delle Leggi, o di una contrapposizione ad esse. Anche perché sarebbe difficile mettersi in competizione con Asimov nel descrivere il comportamento di robot soggetti alle Leggi, che peraltro sono sotto copyright e non possono essere citate esplicitamente. Sono immuni da questo problema i continuatori autorizzati del Buon Dottore, che hanno avuto la possibilità di proseguire nel ricamare sulla robotica asimoviana, senza però sortire effetti notevoli. In particolare Roger McBride Allen, nella trilogia del Calibano di Asimov, ha ipotizzato una società di robot soggetti a leggi diverse, dette le Nuove Leggi della Robotica. Esse eliminano l'obbligo per il robot di agire per proteggere gli esseri umani, proibendo solo l'azione diretta contro di loro. Inoltre la Terza Legge viene rafforzata, in modo che il robot non sia più obbligato ad autodistruggersi per obbedire a un ordine umano. In pratica, pur mantenendo l'obbligo di servire gli umani e l'impossibilità di ribellarsi a loro, ai robot viene concessa una maggiore libertà d'azione. Uno sviluppo del resto previsto dallo stesso Asimov, che facendo introdurre proprio da un robot la Legge Zero della Robotica, aveva in pratica ammesso che l'evoluzione dei robot li avrebbe portati a trascendere le Leggi.