Lo scozzese sorrise, forse più di quanto consentito dalle circostanze.

- L'aver studiato conta ben poco, amico. Ho imparato molto più in quattro anni di foresta che in dieci all'università - rispose. - Forse gli insetti ci stanno solo presentando il conto. Perfino quaggiù la terra è ormai tutta contaminata, l'aria puzza di peste. Avevano bisogno di un ambiente adatto per riprodursi, e così si sono presi la nostra carne e il nostro sangue. La natura, come il destino, ha una sua ironia. Questo ho imparato.

Casals posò sul tavolino il fiasco che si era portato appresso e con notevole sofferenza disse: - Gli afidi sono generosi in questo periodo. - Il suo alito diceva tutto sulla gradazione della pozione che gli insetti stavano distillando per lui. - Ti confesso però che è arrivato il momento in cui ho bisogno di una mano.

Jess si voltò e fece scivolare in basso lo sguardo, lungo le gambe dell'altro, e capì a cosa si riferiva in realtà Casals.

- Cristo Santo!

Le cosce e i polpacci erano gonfi come zampogne, i pantaloni tesi sotto la pressione della carne, o quel che era, i piedi sformati dentro a sandali troppo stretti. Jess si diede subito da fare. Strappò la stoffa e allentò il cuoio, per dare un po' di respiro alla pelle che era diventata spessa e porosa come la buccia di un'arancia.

- Le larve hanno invaso il circolo linfatico. Sì, ci siamo - osservò. - So dove dobbiamo andare, ma tu avrai bisogno di un bastone.

- Mi basterà questo - ribatté Casals stringendo a sé il fiasco.

Per una volta, la prima, anche a Jess venne una gran voglia di tirare un sorso.

* * *

Nell'esatto istante in cui la Mama Hermosa arrivò in vista della laguna di Mangueira, i coleotteri impazzirono.

A Yaara non occorse molto tempo per decifrare il significato di quel comportamento; il tappeto vivo che costellava le paratie e la totalità delle strutture presenti nelle viscere della nave, fu come attraversato da un impulso autodistruttivo che produsse un'energia difficilmente quantificabile. Così, quando Simian irruppe negli ambienti destinati all'allevamento, ella era ancora lì, immersa fino alle ginocchia in una vasca nutritiva, con le gambe percorse da file eccitate di formiche e gli occhi che scrutavano il mosaico multicolore che le si parava davanti.

- L'hai sentito?

Simian si meravigliò del tono ansioso di Yaara. - Tutti hanno avvertito il segnale - confermò. - La frequenza era alta. Credi che...

Yaara indicò una striatura azzurra che si dipanava lungo tutta la parete. - I maschi stanno ricevendo - spiegò. - Guarda, l'azzurro comunica il pericolo, ma la profondità non è eccessiva, quindi l'origine della minaccia non è lontana. Nota come gli Scavatori si tengono a distanza... C'è tempo.

Il brusio, nel frattempo, era aumentato d'intensità. L'agitazione degli insetti aveva su Simian un effetto negativo, come se la sua naturale capacità di gestire situazioni di emergenza si appannasse all'improvviso.

- Chiqi sta decollando. Voglio qualcuno sul posto per controllare ed intervenire, se necessario. - Poi, quasi che quel pensiero sovvenisse in modo casuale, aggiunse: - Non possono essere così pazzi da tentare ancora. Non a così poco tempo da...

- Grazie a te non conosciamo il loro punto di mutazione - l'interruppe Yaara, con un'acredine che tuttavia non le dava alcuna soddisfazione. - Quindi è del tutto inutile ipotizzare a caso. Ricorda che non sono degli sprovveduti, e faresti bene a controllare Chiqi e il carico di spazzini: se falliscono saremmo davvero nelle mani del caso.