Tirando le fila

Fox Mulder da piccolo? No, costui è nientemeno che James Kirk. Forse i genitori che l'hanno battezzato così amavano più Star Trek che <i>X-Files</i>
Fox Mulder da piccolo? No, costui è nientemeno che James Kirk. Forse i genitori che l'hanno battezzato così amavano più Star Trek che X-Files
A giudicare la miniserie dal punto di vista tecnico, scopriamo un prodotto tutt'altro che di bassa qualità. Tralasciando la prova al limite della sufficienza di Tobe Hooper (Poltergeist, Non aprite quella porta), che ha diretto il pilot, la regia si mostra competente e funzionale, quasi mai banale: anzi, sono spesso movimenti attenti di macchina a creare tensione in vicende altrimenti prive di guizzi. Allo stesso modo, gli autori delle sceneggiature si dimostrano tutt'altro che degli sprovveduti, qua e là sbucano scelte intelligenti nel disegno dei personaggi, vedi per esempio il già citato Chet Wakeman, braccio destro del figlio di Owen Crawford, amante della nipote Mary e artefice di gran parte delle scoperte che permettono di superare l'iniziale abisso tecnologico tra le due civiltà. Sembra perciò che i difetti maggiori siano nella trama principale complessa ma molto diluita, i cui autori, forse lo stesso Spielberg, non hanno lasciato sufficiente spazio allo sviluppo di sottotrame, indispensabili per tener vivo l'interesse in un'opera di questa estensione. C'è infine un sospetto: forse, la "piattezza" complessiva del prodotto è voluta, una scelta rendere il prodotto accessibile, forse direttamente indirizzato alla fascia media americana, in grado di scuotere quel genere di spettatori, ma non troppo, sorprenderli con effetti speciali spesso gratuiti, coinvolgerli con l'intrecciarsi delle vicende umane più che con gli elementi strettamente fantascientifici. Questo giustificherebbe il risultato piuttosto basso di qualcosa di altrimenti così potenzialmente buono. L'ipotesi alternativa implica un altro gemito di dolore da parte di chi con astronavi e visitatori alieni ha rapporti stabili da anni, e non frequentazioni occasionali: che gli autori di Taken si siano voluti tenere sulla linea del "realismo". Creare alieni originali, diversi da quelli impostici negli ultimi anni, magari una spiegazione diversa da quella considerata vera dai "credenti" sull'incidente di Roswell, avrebbe rischiato di dare alla serie l'impatto di un'opera di pura finzione, apparentemente molto più slegata dalla realtà della versione presentata in Taken, che tiene conto di tutto quanto scritto o romanzato finora sull'argomento, le testimonianze e le "prove", come il filmato dell'autopsia dell'alieno, in cerca di una plausibilità di fondo che non si allontani troppo dal vedere comune. Quindi forse siamo solo di fronte all'ennesima rilettura della più recente mitologia americana, che poco o nulla ha a che fare con la fantascienza: così si spiegherebbe la delusione di molti appassionati.