In definitiva, siamo in presenza di uno scrittore (tra i non pochissimi della sf italiana) con tratti di spiccata originalità e che avrebbe potuto già sviluppare al meglio le sue capacità se solo fosse esistito un mercato più stabile nei decenni, e realmente interessato alla diffusione di una fantascienza nostrana. Personaggio a tratti schivo, solitario (non mi pare abbia mai partecipato a una Con), Iacobellis mi ha suscitato nel tempo sentimenti di amicizia e di stima, e rammarico per il fatto che egli talora tendesse a sottovalutarsi, o a essere pessimista sulle possibilità di sviluppo della sua produzione, date le condizioni di mercato. Sono doppiamente lieto quindi che abbia ripreso in mano con ottimi esiti penna e carta (o computer), e spero che realizzi in pieno tutto quanto (credo parecchio) non ha avuto finora modo di esprimere.

Il racconto che ho scelto per i lettori di Delos, Al di là dei cinque sensi, è rappresentativo della sua vena paradossale; nella girandola dei nonsense credo sia comunque percepibile quel "senso di estraneità" nei confronti del mondo, se non dell'universo intero, che è sempre stato uno stimolo per molti autori del fantastico, anche famosissimi. Il racconto apparve sul n. 3/1983 di The Time Machine, fascicolo che proponeva anche le firme di Daniele Ganapini, Giovanni Menarini, e perfino Mike Ashley, noto saggista inglese.