Nel '64, il tête à tête tra Fulci e la fantascienza è già in atto. Si disputa su un territorio imprevedibile: le commedie con Franchi e Ingrassia, che possono svolgersi ovunque, possono diventare qualsiasi cosa, persino "space opera". E' l'anno di "00-2, agenti segretissimi", e il regista, sfoderando un certo piglio profetico e inconsapevole irriverenza, mette in scena Armando: computer semi-umano, pecoreccio, ma in grado di interagire con gli uomini a suon di test per il Q.I. da somministrare ai due sprovveduti Franco e Ciccio. Stavolta, si badi, un antesignano di Hal 9000. Simil-Kubrick, e sempre con qualche anno di anticipo rispetto a "2001: Odissea nello spazio" (1968), è anche la "nuotata" nell'universo che troviamo in "002 Operazione luna" - anno 1965 - con tali Franco Messina e Ciccio Cacace cosmonauti per caso, al posto dei due russi incaricati di viaggiare sull'astronave Popov I. Cambiano i tempi: echi fantascientifici assurgono a metafora sessuofobica in All'onorevole piacciono le donne (1972), con un Lando Buzzanca nei panni di un deputato, Giacinto Puppis, spaesato, disumanizzato, frutto della più ambiziosa e terrificante "manipolazione" psicologica e genetica operata da chiesa e partito di governo: l'uomo di potere come una sorta di esperimento in vitro, in lotta con le più intime pulsioni, vittima di una castrazione degli istinti operata dalla chiesa e da una riconoscibilissima Democrazia cristiana. Fin qui, la parodia. La fantascienza che è poco più di un pretesto per premere il pedale sulla comicità, sulla risata amara.

Bisogna attendere il 1971 perché la suggestione fantascientifica in Fulci assuma forma peculiare. Rivisitazione e omaggio ai canoni. Squarcio allucinatorio, visione inafferrabile, flashback (o flashforward) oscuro, slegato dalla struttura narrativa e in simbiosi con l'horror e lo splatter. In Una lucertola dalla pelle di donna, un noir di ispirazione psicoanalitica, assistiamo al vagare schizoide della protagonista. Carol spalanca la porta di una corsia di ospedale dove è ricoverata. Si trova di fronte a due cani che agonizzano sotto i suoi occhi, il petto squarciato, un reticolo di tubi e sensori pigolanti, a tenere in vita le bestiole. Una manciata di fotogrammi, e la casa di cura per malattie mentali diventa improvvisamente scenario delle gesta di un'autorità oscura, armata di bisturi, deputata alla manipolazione delle menti e dei corpi. Ci troviamo di fronte a un innesto fulmineo, spiazzante: rischiamo di sprofondarci dentro. Fulci era uomo coltissimo. Niente di strano, che, nella sua incoerente coerenza da "dinamitardo" dei generi, avesse fatto tesoro del cut-up di un certo William Burroughs: all'interno del cinema, dei filoni, delle sue diramazioni sperdute nel tempo e nella memoria.

Più chiari i riferimenti di impronta fantascientifica nei film della stagione horror, laddove il pastiche di vari elementi della cultura popolare (fumetto, commistione dell'action movie con elementi western) emerge con prepotenza . Il rimando alla figura del "mad doctor" - sottinteso come indizio irrisolto nella scena dei cani de Una lucertola - diventa vera rilettura, ad esempio in Zombi 2 (1979). Fulci presenta qui la figura topica del "genere" - lo scienziato folle - per spogliarla immediatamente di credibilità. Il dottor Menard, alle prese con i morti viventi nell'isola di Matul, è un uomo distrutto, il camice spiegazzato, la bottiglia di whisky sempre attaccata alle labbra; più che la tracotanza di un mad doctor in piena regola, come lascerebbe presagire il suo aspetto, incarna il fallimento, il dubbio della razionalità di fronte a un evento ineluttabile che non si può arginare.