Futuro prossimo, New York City, tre minuti fa.

Tic-toc, tic-toc.

L'orologio batte l'una ma a lui, questo, non interessa. E' seduto su un lato del letto, al buio, la testa fra le mani. Accanto alla finestra della camera sfrecciano gli aerotaxi che portano i cittadini, esuli dall'inferno, fuori dalla città.

Incessante, il ticchettio dell'orologio.

Tic-toc, tic-toc.

Dio perché non smette non ne posso più la mia testa in fiamme perché io perché è accaduto a me questo proprio questo pensavo fosse impossibile che accadesse a me innamorarmi cosa significa la parola amore io non credo a queste cose irrazionali passioni io non posso essere divenuto questo avevo grandi ambizioni traguardi da raggiungere vette da scalare e ora mi ritrovo in preda alla tachicardia per una donna una donna

Futuro prossimo, New York City, una settimana fa.

- Salve.

- Salve, signorina.

- Il mio nome è Patty. Aspetta l'autobus?

Agitazione stato confusionale rimanere calmi solo questo rimanere calmi...

- Si, signorina.

- La loquacità non è il suo forte, a quanto vedo. E lei, come si chiama?

Bastò poco, per fare amicizia.

Continuarono a vedersi sempre più assiduamente: visitarono lo zoo abitato dai porofiri di Kandor e dagli oropari di Zeres, mangiarono le specialità del mondo d'origine di Patty, un mondo situato sull'anello esterno della galassia, e osservarono le stelle nell'osservatorio al centro della Capitale.

Poi, una sera...

- Si è fatto tardi, devo andare. Ci rivediamo domani?

- Certo, come vuoi.

Da quanto tempo le sto dando del tu da quanto tempo la osservo attentamente quando ride da quanto tempo io l' a...

Futuro prossimo, New York City, due minuti fa.

Tic-toc, tic-toc.

Flashback nella mia mente che ripercorrono gli avvenimenti ultimi in così poco tempo non sono più padrone di me stesso i miei pensieri scivolano via lentamente come il vento sul mare il mare d'inverno il mare che ho visto con lei e noi lì sulla spiaggia insieme già la mia mente era traviata dalla sua immagine dalla sua voce da lei

La stanza è vuota, tranne un letto e accanto al letto un comodino e nel comodino un cassetto e nel cassetto una pistola. Carica.

Un colpo

un solo colpo

un solo colpo mi basta per morire

un solo colpo mi basta per morire e per far finire questo inferno che infiamma la mia mente e la mia voce e il mio cuore

Futuro prossimo, New York City, ieri.

- Ti prego, non lasciarmi così...

- Mi dispiace, non posso spiegarti...

- Ma questi giorni sono stati i più felici della mia vita: starti vicino, parlarti, camminare insieme a te. Tu sei l'uomo della mia vita...

- NON DIRLO! NON DIRE QUESTE COSE! Oddio, scusa se ho alzato la voce ma è proprio questo che non va. Io non sono l'uomo della tua vita, vorrei, giuro, ti giuro che lo vorrei essere ma non posso, non posso...addio

E si voltò, andandosene.

Futuro prossimo, New York City, un minuto fa.

Tic-toc, tic-toc.

Me ne andai perché lei non poteva capire che io non sono ciò che lei si aspettava che io fossi perché io non sono l'uomo della sua vita

io non sono l' uomo della sua vita

io non sono l'uomo...

Lentamente, nella notte, apre il cassetto ed impugna la pistola.

Un solo colpo...

Appoggia la canna alla tempia.

Spara.

Un lampo illumina la notte.

Dalla ferita, stillano silenti piccole gocce di nero olio.

Incessante, il ticchettio dell'orologio.

Tic-toc, tic-toc.