- Pronto, Charlie, sono Travis. Sono nei guai: presto saremo in tre...

Charlie era il suo miglior amico ed era figlio di un funzionario ministeriale. Era lui che gli aveva spiegato come stavano le cose. Il Governo aveva deciso che i cittadini si assumessero finalmente la responsabilità diretta della gestione delle risorse rimaste dopo la guerra, così, ad ogni famiglia, veniva assegnato un proprio Bilancio Familiare: il numero di anni di vita che, complessivamente, i loro figli avrebbero avuto a disposizione. Ed era una regola che veniva fatta rispettare con estrema puntualità.

Il padre di Charlie, grazie al suo incarico governativo, aveva un Bilancio di 190 anni. E Charlie era figlio unico.

- Mi dispiace amico mio, questo non ci voleva. Sai, ho i biglietti per la soppressione pubblica di oggi, ma temo che tu non sia nella giusta condizione di spirito per intervenire...

- Non mi prendere in giro, la cosa è seria. - Travis, nuovamente sull'orlo del pianto, aveva di fronte a sé la tabella dei Bilanci standard fornitagli dall'amico. Ecco lì l'incarico di suo padre: 140 anni. Non c'era da farsi illusioni, Travis non sarebbe arrivato a 50 anni di vita. Stavolta urlò nel microfono: - Devi aiutarmi!

Joy, steso sul letto accanto, alzò la testa incuriosito ma, dopo un gesto perentorio del fratello, si rimise giù e tornò alle sue fantasticherie su una certa ragazzina.

- Ascolta amico, non posso darti alcun consiglio. - Riprese Charlie. - Ma ti dirò una cosa che in pochi sanno: io non ero figlio unico. Ho avuto anch'io una sorella.

- Sul serio? E che ne è di lei?

Ci fu una pausa piuttosto lunga prima che Charlie dicesse: - Un incidente...

Incidente. La pausa era stata significativa, Travis non aveva dubbi, la risposta non era giunta istintiva, era stata ponderata. E Charlie aveva già chiuso la comunicazione, segno che non v'era altro da dire.

Il ragazzo sorrise, pensando quanto il mondo d'oggi sia, in effetti, pieno d'insidie. Per un neonato, poi, così piccolo, così fragile.

La voce di Joy interruppe i suoi pensieri. - Travis, non sei più arrabbiato?

- No. Forse no.

- Helena è un bel nome, vero?

Joy, pensò Travis, anche lui è così piccolo, indifeso.

Chissà se mi mancherebbe.