Quando si pensa al cinema di fantascienza inevitabilmente i nomi che vengono alla mente sono quelli di Lucas, Spielberg, magari Kubrick. E legati a quei nomi e a quel tipo di cinema c'è l'ombra di grandi capitali, di quantità enomi di soldi, di produzioni miliardarie con migliaia di persone che lavorano insieme per produrre il risultato finale: il film di fantascienza.

Un miraggio che appare ben lontano dalle possibilità del cinema italiano, anche di quello finanziato dai grandi gruppi o addirittura dallo stato. Figuriamoci poi dalle piccole case di produzione indipendenti o addirittura dagli amatori.

Eppure, non di rado i grandi film hoolywoodiani di fantascienza appaiono grandi carrozzoni vuoti: centinaia di milioni di dollari spesi in effetti speciali che sorreggono trame esili, idee già viste e riviste, grandi combattimenti e inseguimenti e poco fascino del meraviglioso, poca capacità di stupire, di far pensare, di creare le vere emozioni della fantascienza.

Al lato opposto di questo mondo ricco di dollari e povero di idee possiamo collocare loro: gli artigiani del cinema di fantascienza, che con pochi soldi, tanta creatività e altrettanto coraggio e spirito di sacrificio affrontano l'impresa di creare un film di fantascienza. Magari con la speranza di essere notati, di far circolare il proprio nome e il proprio prodotto, con tanta voglia di dare libero sfogo alla propria creatività e di mettere alla prova la propria capacità in un'arte che a questi livelli è tutto sommato ancora così artigianale. Speranza sì, ma nessuna certezza, nessun contratto di distribuzione firmato in anticipo, spesso nessun finanziatore al di fuori da sé stessi.

Certo, nel genere di fantascienza sono importanti le idee ma anche gli effetti speciali. Negli ultimi anni montaggio e postproduzione non richiedono più macchinare da centinaia di migliaia di dollari, ma solo potenti personal computer con i software adatti. Per ottenere risultati non amatoriali, ma di qualità assolutamente professionale, a patto di saper fare il proprio lavoro.

Perché alla fine è questo quello che conta. L'avvento delle telecamere digitali e di software come iMovie e Final Cut ha celebrato l'avvento di migliaia di registi da salotto, convinti di potersi chiamare artisti solo perché avevano l'hardware e il software adatto.

Ma sono pochissimi quelli che dall'hardware e dal software adatto riescono a tirare fuori un film, un'opera creativa che comunica davvero qualcosa allo spettatore. Sono pochi quelli capaci di usare i propri mezzi con professionalità e capaci di sacrificarsi lavorando per mesi e anni sullo stesso progetto.

In questo speciale abbiamo voluto raccontare la storia di quattro esperienze fra le più interessanti del panorama del cinema indipendente italiano di fantascienza. Quattro progetti abbastanza diversi tra loro, per budget, bagaglio di esperienza, professionismo, ma simili per entusiasmo, cura, creatività, impegno e anche qualità del risultato finale. Abbiamo realizzato quattro schede, con tutti i dettagli tecnici e produttivi, e quattro interviste, ciascuna con le stesse domande, per raccontare in modo parallelo queste quattro storie e permettere al lettore di entrare, per un momento, in questo magico mondo, il mondo del cinema.