Dal punto di vista fantascientifico lo definiresti un romanzo hard o soft?

Eh, mica facile rispondere. Non so se il romanzo possa pienamente rientrare in uno dei subgeneri che mi suggerisci. Come dicevo in altra occasione, quella che è stata definita "vicenda fantascientifica", si rivela in realtà una commistione, con un'architettura fantascientifica, certo, ma con uno spunto decisamente esoterico, con molti elementi e atmosfere fantasy e una buona dose di onirico. Da questo punto di vista, pertanto, forse sarebbe più giusto definire il romanzo con il termine soft. D'altro canto, però, uno degli spunti "vitali" della storia trae origine da solide sperimentazioni scientifiche, il Progetto Icarus, che nell'estremizzazione narrativa sfocia in applicazioni cibernetiche piuttosto "spinte", con le conseguenze del caso. Ecco perché una definizione categorica del romanzo in uno dei subgeneri che mi suggerisci non risulterebbe completamente calzante.

Ma che è 'sto Progetto Icarus?

Il progetto ICARUS, che vede fra gli ideatori Carlo Rubbia, si sostanzia nella realizzazione di un osservatorio per la fisica astroparticellare presso il laboratorio sotterraneo di astrofisica del Gran Sasso. L'apparato sperimentale può contare su un rivelatore di grande massa costituito da 3000 tonnellate di argon liquido e da camere a fili a proiezione temporale. A partire proprio da quest'anno 2004 saranno studiati neutrini da acceleratore (solari, atmosferici e da supernovae), nonché il decadimento del protone e altri processi rari astroparticellari. Il progetto ha visto una fase preliminare, con la costruzione, a Pavia, di un rivelatore da 600 tonnellate. Dopo una prima sperimentazione, è stato trasportato presso i laboratori del Gran Sasso. La scelta di quella sede ha una motivazione precisa: lo spesso strato di roccia che protegge i laboratori permette una sorta di filtraggio dei neutrini, che nettati dalle altre particelle cosmiche, fermate dalla roccia, giungono puliti al rivelatore, permettendo un'analisi mirata.

Benissimo, 'Ndo'. Siccome siamo originali, finiamo dove tutti gli altri cominciano. Mi racconti la lacrimevole (fa vendere di più) storia della tua vita.

Facile, questa non me la devo inventare. Sono nato a Campobasso nel 1956, l'anno della nevicata storica, e così adesso ne conoscete anche il motivo (della nevicata, intendo). Ho ricevuto una formazione umanistica, ho conseguito una laurea inLegge, e attualmente lavoro a Modena presso una nota azienda telefonica. Ho una moglie paziente (e che pazienza!), Antonella, un bimbo che adoro (ma lui adora i fantasmi), Alessandro, e una mamma-nonna brontolona di veneranda età (se la dico, l'età, mi disereda), Armanda. Le branche esoteriche e le filosofie orientali mi hanno sempre affascinato, e scrivere fantastico ha rappresentato lo sbocco naturale di quelle passioni. Ho avuto la fortuna di vedere pubblicati molti racconti (di genere fantascientifico, fantasy, horror), e per questo so di avere numerosi debiti di riconoscenza: per Gianfranco de Turris, che per primo ha "pescato" mie storie e che poi ha voluto curare la mia antologia Sette ossi di rana; per Valerio Evangelisti che ha apprezzato le cose che scrivo, citandomi persino nella sua introduzione a un Oscar Mondadori e aggiungendo, quindi, stimolo e incoraggiamento al mio lavoro; per, soprattutto, un certo Franco Forte e un certo Franco Clun, che mi hanno finalmente proposto a un pubblico più vasto, inserendo i miei racconti in raccolte di assoluto prestigio e concedendomi ulteriore fiducia nell'affidarmi la cura di una rubrica (L'Iside svelata) e della selezione racconti per il portale FantasyMagazine. E adesso, al debito di riconoscenza pregresso nei confronti della "strana coppia" si aggiunge il nuovo per aver voluto che Triguna vedesse finalmente le stampe.