Le due torri

La seconda parte, Il Signore degli Anelli - Le due torri, sbarca nei cinema nel dicembre 2002. Nessun riepilogo introduttivo di quelli che erano stati gli accadimenti del primo film. Bisogna ricordarsi (non ci vuole poi molto) che l'anello del Potere Assoluto è custodito proprio nella Contea degli Hobbit, che quindi si trovano direttamente coinvolti nella vera e propria guerra che si scatena per contrastare la risalita al potere di Sauron e del suo arcigno alleato, il mago Saruman (Christopher Lee). I due hobbit Frodo e Sam continuano il loro viaggio verso il vulcano nel quale dovranno cercare di distruggere il pericoloso oggetto.

Li segue sempre più da vicino Gollum, un tempo possessore dell'Anello e sempre più bramoso di rientrarne in possesso. Gollum è una creatura sinistra e un po' patetica, mirabilmente realizzata con l'animazione computerizzata basandosi sulla performance di studio dell'attore Andy Serkis, che ne è anche la voce nella versione originale. Nel frattempo il nobile cavaliere Aragorn (Mortensen) e l'elfo guerriero Legolas (Orlando Bloom) si uniscono ai soldati di Re Theoden (Bernard Hill) a difesa della popolazione civile di Rohan, assediata nel fortificato Fosso di Helm. L'imponente battaglia che si scatena tra loro e gli assalitori inviati da Saruman occupa tutta la parte finale delle tre ore di proiezione ed è visivamente spettacolare, un vero gioiello di tecnica applicata all'arte della narrazione cinematografica. Si rivede anche il Mago Gandalf, un ritorno a sorpresa però già rivelato sin dai trailer.

Il vero "Signore delle Torri" si riconferma essere il regista. Come già detto ha saggiamente puntato i piedi coi produttori hollywoodiani affinché alla complessità del romanzo fosse dato il tempo di svilupparsi in una trilogia completa e articolata di lunghi film, non quindi gli stringati condensati modello Bignami a cui abbiamo purtroppo assistito in passato (un titolo per tutti: il pur affascinante Dune di David Lynch). A causa della frammentazione della narrazione in storie che procedono parallelamente ma indipendentemente il film ha perso un po' dell'impatto emotivo che la prima parte riusciva a creare. Il regista stesso ha ammesso che anche in fase di sceneggiatura questa parte centrale del romanzo è quella che ha necessitato di maggiori modifiche di adattamento e di maggior lavoro anche in sede di montaggio. Inoltre non c'è più chiaramente l'elemento di novità che era costituito dalla prima pellicola e l'inevitabile effetto collaterale di non avere ne un inizio né una fine.

Detto questo c'è ancora tanto da godere: nuovi magnifici effetti speciali della Weta FX che combinano mirabilmente miniature ed effetti digitali. Nuovi personaggi tutti da scoprire (anche da temere, come nel caso dell'infido Vermilinguo, stupendamente interpretato dal poco noto ma eccellente attore Brad Dourif). Nuovi scorci dei paesaggi e scenari naturali della Nuova Zelanda, naturalmente spettacolari ed una battaglia che occupa tutta la parte finale del film certamente non per stomaci deboli.

Alla larga dunque coloro per i quali il Grande Cinema si identifica con le stucchevoli svenevolezze zeffirelliane. Qui ci sono orchi, mostri, violenza, sanguinolente battaglie, eroi, traditori e maghi e castelli. La fantasia e l'immaginazione a briglia sciolta, senza guardare troppo al buon gusto della messa in scena. Non dimentichiamoci che Jackson è pur sempre un regista con alle spalle horror truculentissimi e super splatter. Ma vince ancora le sue scommesse, persino quella di rendere sullo schermo il popolo degli alberi. Non è un risultato da poco.