Probabilmente è stato solo un caso, però mi ha lasciato comunque piacevolmente sorpreso: quando sono andato in libreria a cercare il libro di cui intendo parlarvi oggi, ne ho trovato una corposa pila proprio al centro della sezione dedicata alla fantascienza. Fa piacere vedere che non si ha paura di presentare come fantascientifico un libro di confine come questo, nonostante sia edito in una collana di narrativa varia, e nonostante l'illustrazione di copertina non comprenda astronavi, alieni, robot o altre icone futuribili.

Ma andiamo con ordine. Il libro in questione si intitola Edisol-M. Water Solubile (ma il titolo completo sarebbe ben più lungo, e cioè Edisol-M. Water Solubile, detective, patriota e poeta, in "El strano caso dei meteoriti verdastri"). L'autore è Marco Franzoso, classe 1965, già autore di racconti, monologhi teatrali, canzoni e di un romanzo (Westwood Dee-Jay, 1998). La casa editrice è Marsilio, fucina di nuovi talenti italiani (senza scomodare il clamoroso caso di Susanna Tamaro, ricordiamo che Marsilio è notevolmente aperta anche ai narratori di genere nostrani, come dimostra, per esempio, la fantascienza-horror di La notte eterna del coniglio di Giacomo Gardumi).

Il romanzo è ambientato nella Città Libera di Chioggia, in un'Italia futura ormai frammentata in una serie di assurdi agglomerati localistici quali lo Stato della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. Il protagonista Edisol Solubile è un detective cialtrone e pasticcione, al quale viene affidato l'incarico di ritrovare una ragazza scomparsa. Nel corso dell'indagine, scopre che la città viene continuamente bombardata da meteoriti verdastri, che sembrano avere un curioso effetto sulla gente. C'è chi va in trance e organizza processioni, e chi esegue manovre militari, ma la maggior parte delle persone sembra tirare avanti nella più totale inconsapevolezza del bombardamento spaziale, nonostante i crolli e devastazioni da esso creati. Sospettando un complotto, Edisol arriverà a scoprire tante cose, ma alla fine sarà costretto ad arrendersi di fronte alla consapevolezza che tutti sono d'accordo e che comunque, qualsiasi cosa stia succedendo, ormai non c'è più niente da fare: "[...] c'era un legame che teneva unite le cose in un unico progetto. E poi infatti l'ho anca trovato el legame. Ma a quel punto non sapevo più a chi dirlo, me capise? L'è andata cossì: io ho perso. E i altri ha vinto."

Il tutto, come vedete, è narrato in un esilarante italiano contaminato dal dialetto veneto, che da solo costituisce motivo sufficiente per accingersi alla lettura.

Nonostante il risvolto di copertina lo definisca "un Blade Runner della Bassa", Edisol M. non va certamente letto come un romanzo d'azione, tantomeno come una plausibile rappresentazione del futuro. E' piuttosto una descrizione grottesca e pantografata della società presente. Non è difficile, per esempio, riconoscere nel Ministro Generale Padovan, Presidente de tuti i Presidenti, che pronuncia in televisione discorsi roboanti di cui si capisce solo "Io... Io....!", ma che tutti applaudono soddisfatti, uno specchio dell'attuale situazione politica italiana. Come pure nell'atteggiamento dei cittadini di Chioggia, indifferenti di fronte alla catastrofe che li colpisce ma che tutti fanno finta di non vedere, risuona un monito che ci riguarda tutti. Anche il protagonista Edisol non riesce a sfuggire alla propria mediocrità, e l'unico risultato che otterrà sarà quello di essere ricordato con trasporto da persone che nulla hanno capito di lui e della sua indagine.

E' fantascienza? Secondo me sicuramente sì, anche se ci vedo più l'influsso di Landolfi che non quello di Evangelisti. Interpellato sull'appartenenza al genere del suo libro, l'autore non si pronuncia, ma ci rivela di essere un estimatore della fantascienza, anche se più che altro dal lato cinematografico. Gli sono piaciuti L'invasione degli ultracorpi e Solaris, ma il suo cuore batte soprattutto per i film di mostri giapponesi. E sostiene che "La fantascienza, se ben fatta, può parlare, meglio di qualsiasi altro genere, delle nostre paure. soprattutto di quelle che abbiamo timore di dire a noi stessi." Come non essere d'accordo?