Batté due tasti. - Ci colleghiamo con il database del Sismi, vedrai che salterà fuori qualcosa. Se il nostro uomo ha fatto il militare, qui è schedato.

- Il Sismi? Ma come fai a...

- Lo sai che ho amicizie strane, Pasculli. Non fare domande.

Batté un altro tasto, e lo schermo diventò rosso. Una grande scritta campeggiava sullo schermo, abbastanza grande da poter essere leggibile anche in un'inquadratura non troppo ravvicinata: INSERIRE PASSWORD.

Muldèr batté un solo tasto, e lo schermo divenne verde. Un messaggio lampeggiava in giallo: ACCESSO CONSENTITO. PASSWORD DIGITATA CORRETTA.

Muldèr inserì il cartellino con la stampa delle impronte digitali nella fessura del driver per i dischetti, e in tempo reale l'impronta venne stampata sullo schermo. Premette un tasto a caso, e lo schermò cambiò ancora, mostrando una scritta lampeggiante: SEARCHING...

Dopo pochi decimi di secondo le informazioni cominciarono ad arrivare, trascrivendosi sullo schermo un carattere alla volta, secondo lo standard dei sistemi operativi utilizzati solo nei telefilm. A ogni carattere il computer faceva un "blip".

Il nome che stavano cercando era quello di Osvaldo Filippo Lovecraffo. Il computer diceva che era studente e che era nato nel 1947. I casi sembravano essere due: o Lovecraffo aveva seri problemi con lo studio, o i dati del computer non erano più stati aggiornati. I due agenti propisero... propettero... propensero... propubbero... insomma, diciamo scelsero la seconda ipotesi... (propendattero?).

- Abbiamo un punto di partenza - disse Loredana guardando tristemente il foglio sul quale avevano stampato tutti i dati forniti dal computer.

- Non è molto - disse Fosco. - Ma è qualcosa. Domani dovremo scoprire tutto su questo tale, signor Lovecraffo.

Zona Dergano, appartamento di Loredana Pasculli

Martedì, ore 3.45

L'agente Pasculli si agitava nel suo letto. Non riusciva a darsi pace dopo il collegamento con il database del Sismi per il controllo delle impronte digitali del sosia di Craxi. Come poteva, si chiedeva, l'agente Muldèr, avere amicizie così importanti da consentirgli di usare i loro sistemi?

Negli ultimi tempi non era andata molto bene e Loredana viveva momenti di sconforto. Da molti anni, ormai le investigazioni sugli XL files l'avevano portata a un'unica certezza che non poteva svelare né all'agente Muldèr né ai suoi capi per non perdere definitivamente il lavoro. Molti incontri ravvicinati del terzo tipo avvenivano solo dopo il quinto bicchiere di Stock 84. In realtà al citofono, sotto casa, vi erano solo i Testimoni di Geova che volevano proporre le loro rivistine e nulla di più. Altro che alieni! Ricordava, rivoltandosi nervosamente tra le coperte, quale sensazione di sconforto la pervase quando in visita a una scuola media il Preside le parlò con convinzione: "Vede agente", disse puntando l'indice sopra la lavagna "nelle nostre scuole abbiamo imparato a convivere con altri esseri viventi". Loredana portò il suo sguardo in alto e cercò di mettere a fuoco la scritta che diceva:

"Avviso importante.

Nel caso di un attacco alieno

il divieto di bestemmia in classe

sarà temporaneamente sospeso".

L'agente Pasculli non riusciva proprio a prendere sonno e passava da un incubo all'altro... Le venne in mente quella sera a casa di amici quando una coppia prese a comportarsi in modo strano. L'uomo era pallido e immobile, mentre la sua ragazza gli urlava nell'orecchio qualcosa del tipo: "Gino, perché ti comporti così stranamente? Perché cammini come un morto vivente? La nostra relazione si sta deteriorando di giorno in giorno. Rispondimi maledetto, rispondimi. Tutto questo non è giusto. Perché non ci sposiamo, così tutto ciò diverrebbe normale routine?". Lui pareva davvero uno zombie. Aveva la pelle imputridita, la bava verde alla bocca. La fronte pareva trapassata da un proiettile. Loredana sapeva che quell'uomo era conciato in quel modo solo perché nel pomeriggio era stato dal commercialista per pagare l'IVA e nulla di più. Altro che Zombie!