Il vecchio, poderoso O-Paa, era morto. Il grande, valoroso O-Gaa, l'aveva ucciso! Questo era il senso del grido, alle orecchie del piccolo O-Baa. Ben presto sentì nuovamente annaspare sul fondo del tronco, ma senza precauzione, stavolta.

Il piccolo guardò la bionda O-Ree, che tremante di paura stava addossata al tronco, mentre la bella O-Lii si stirava come una pantera in attesa.

O-Baa prese la decisione più importante della sua vita. Con un balzo fu sulla piattaforma di sotto, afferrò O-Ree per i fianchi e cominciò ad arrampicarsi veloce verso l'alto. O-Lii non li degnò di uno sguardo: eppure questo era contro la Legge!

O-Baa era appena scomparso con la sua bionda preda, che apparve sulla piattaforma la faccia sfigurata e sanguinante di O-Gaa. Il giovane si issò sui rami e rimase per un momento eretto davanti a O-Lii. Poi si percosse il largo petto con un pugno:

- O-Gaa, forte! O-Gaa, capo! - articolò con fatica, e sollevata la bella O-Lii per i capelli, la strinse fra le braccia.

Cosi O-Baa poté salvarsi. Dai rami superiori dell'albero si lasciò scivolare su quelli di un altro, e poi di un altro ancora, allontanandosi nella notte.

Quando O-Gaa, ruotando intorno il suo unico occhio, si accorse della scomparsa di O-Ree, con un unico salto raggiunse la biforcazione su cui O-Baa passava la notte e, non trovando nessuno, cominciò a percuotersi il petto con un sordo rumore. Si lasciò cadere di sotto e prese a scuotere la bella O-Lii, che a gesti gli spiegò l'accaduto.

O-Gaa grugni di rabbia.

- O-Baa, morte! - sillabò.

La vecchia O-Maa si alzò in piedi e venne verso O-Gaa. Forse voleva tentare di dissuadere il giovane dalla sua minaccia, ma non poté neppure articolare un suono, perché O-Gaa, con uno spintone, la scaraventò giù dall'albero. O-Lii non si mosse. Anche questa era la Legge: O-Gaa era il capofamiglia.

III.

Il biancore dell'alba sorprese O-Baa e O-Ree, tremanti, stretti l'uno all'altro, accovacciati su un albero sconosciuto.

Man mano che il sole avanzava nel cielo, O-Baa si andava rendendo conto di avere ben poche di speranze di salvezza . La foresta era grande, ma O-Gaa lo avrebbe certamente ritrovato. E lui non aveva nessuna possibilità di farcela, contro il vincitore di O-Paa! Fece passare una mano sui lunghi capelli di O-Ree e scopri i denti bianchissimi in un sorriso. O-Ree allungò una mano a toccargli i denti, e lui la morsicò, piano, con dolcezza, facendone uscire appena una goccia di sangue che poi succhiò avidamente. Aveva visto O-Paa fare cosi una notte con la bella O-Lii. Il ricordo della donna gli riportò subito alla mente O-Gaa che, certamente, stava già saltando di albero in albero alla loro ricerca.

Camminare sul terreno era estremamente pericoloso e molto più lento, ma O-Gaa non li avrebbe cercati laggiù, almeno non per diversi giorni. O-Ree aveva paura, ma O-Baa la convinse.

Il terreno era soffice, elastico, putrescente. Una luce verdastra illuminava la pelle dei due giovani. Il maschio camminava avanti e la femmina gli teneva dietro guardandosi intorno con paura. Da un momento all'altro la morte poteva piombare su di loro in mille forme. Grro il leone, Muu l'elefante, Soo l'orso bruno, Zee la pantera, Sii il serpente. La paura non aveva nome, ogni fruscio faceva fremere O-Baa. Tuttavia il maschio cercava di mostrarsi sicuro: O-Ree doveva avere fiducia in lui.

Blaa, la scimmia, lanciò contro i due una grossa pigna e poi fuggi tra gli alberi. O-Baa accolse il proiettile e lo soppesò, pensieroso.