Matrix, la fantascienza tradita (Alessandro Vietti)

Non starò qui a ripetere le solite cose, sul fatto che i seguiti non valgono mai - o quasi mai - quanto l'originale perché, per forza di cose, è finito l'effetto sorpresa, perché prima non avevi aspettative e adesso invece... eccetera eccetera.

Questo non è sempre vero. Non sempre la mediocrità dei seguiti è dovuta al tradimento dell'attesa degli spettatori o all'esaurimento della vena creativa degli autori. Matrix ad esempio non è uno di questi casi. O forse sì? Non è così semplice ritagliare con nettezza i contorni di un giudizio che può essere solo personale.

Quel che sembra assodato, almeno stando ai pareri di gran parte di pubblico e critica, è che la trilogia di Matrix è una discesa in picchiata e a nulla vale il tentativo (diciamolo pure, dignitoso) di cabrata di Revolutions. La frittata è bell'e fatta già dopo i primi dieci minuti di Reloaded e sotto questo aspetto i fratelli Wachowski non hanno risparmiato le uova. Ma andiamo con ordine.

Matrix, il primo film intendo, funziona.

Non che sia un'idea innovativa, almeno per gli appassionati di fantascienza. Basta leggersi un po' di Dick per andare già abbondantemente oltre i temi di Matrix, però Matrix è un giocattolo che soddisfa. Non siamo dalle parti dell'autorevole Blade Runner che peraltro proveniva dal già citato Dick, e nemmeno da quelle dei sofisticati Gattaca o L'esercito delle 12 scimmie, tanto per citare tre dei migliori film di fantascienza degli ultimi vent'anni, tuttavia alla fine Matrix ti piglia e ti fa addirittura sopportare di buon grado che Morpheus si rivolga a Neo come Qui-Gon si rivolge ad Anakin.

Matrix riesce a convincere malgrado non se ne possa davvero più di Prescelti, Eletti e pseudomitologia religiosa assortita.

Il primo film è bello perché la storia è essenziale ma c'è, perché i personaggi sono robusti e centrati, perché la contaminazione tra fantascienza e arti marziali sorprende senza eccedere, perché c'è equilibrio e perché lo spettatore non sa una certa cosa...

The End? Certo che no! Così arriva il secondo film e non puoi credere a quello che stai vedendo. Tutto quello che c'era di buono, azzerato. In parole povere, nel secondo episodio non c'è storia. Non una storia seria, almeno, bensì un assortimento di scene inutili, assurde, ridicole. Inutili come i dieci minuti di danza orgiastica degli abitanti di Zion sulle note di una musica dance della peggior specie, assurde come la scena del bacio di Monica Bellucci, ridicole come l'incontro con l'Architetto, sorprendente incrocio tra mio zio (giuro!) e il megadirettore galattico del ragionier Fantozzi.

Il resto è una trama assurda (vogliamo forse parlare del risibile Mastro di Chiavi di ghostbustersiana memoria o del fatto che Neo vola esattamente come Superman?!), maldestramente condita di qualche aspetto di cui lo spettatore, a meno che non si sia documentato in Animatrix, ignora i precedenti, senza contare le scene di combattimento lunghe al punto che le braccia di Morpheus sono quelle entro cui sprofondi tu, molto, molto presto. Oltre alla colpevole povertà di idee cui la ricchezza di mezzi non riesce a sopperire, il secondo film dimostra un'assoluta mancanza di equilibrio tra le varie componenti, senza quindi riuscire a imprimere alcun ritmo alla narrazione.

Inoltre Reloaded fa sospettare una cosa sulla trilogia che prima lo spettatore ignorava e che, più o meno consciamente, lo irrita profondamente...