Il libro di cui voglio parlarvi questo mese rientra a pieno titolo nella categoria dei titoli "di confine" di cui ci vogliamo occupare. E' infatti un horror, scritto da una scrittrice horror e pubblicato in una collana horror (che, tanto per confondere ancora un po' le acque, si chiama "I Neri"). Tuttavia ha anche tutte le caratteristiche necessarie per essere considerato un romanzo di fantascienza: basti dire che è ambientato nel futuro, che uno dei personaggi principali è un'aliena in visita al nostro pianeta, e che la prefazione del libro è firmata da un grande nome della fantascienza nostrana, e cioè Valerio Evangelisti (leggibile anche presso il sito della webzine Carmilla all'indirizzo www.carmillaonline.com/archives/2003/05/000232.html).

Il nome dell'autrice, Alda Teodorani, è uno di quelli che, pur non avendo ancora raggiunto la vera notorietà presso il grande pubblico, si sono ormai scavati una solida nicchia nel cuore degli appassionati: è infatti presente con racconti vari in un gran numero di riviste e di antologie tematiche, oltre che in numerosi romanzi pubblicati presso piccoli editori specializzati. Fu presente anche in quella celebre antologia, Gioventù Cannibale, che fece tanto rumore nel mondo letterario italiano, e, come fa notare anche Evangelisti nella sua prefazione, fu l'unica dei partecipanti a voler rimanere saldamente all'interno della letteratura di genere.

Il romanzo in questione è Belve, uscito qualche tempo fa in Francia e pubblicato ora in Italia dalla piccola ma attivissima casa editrice milanese Addictions. E' ambientato in una Terra che ha subito una non precisata catastrofe, e in cui gli esseri umani sopravvivono solo in sporadici insediamenti. Uno di questi è Cinecittà, proprio la cittadella romana del cinema, che nel mondo post-catastrofe ha ritrovato la propria vocazione, fungendo da centro di produzione per film commercialissimi e di scarsa qualità ma che vengono avidamente acquistati da tutta la popolazione. Le belve del titolo appartengono a tre categorie. In primo luogo ci sono gli alieni di un lontano pianeta, scientificamente e culturalmente avanzatissimi, ma che non hanno mai abbandonato la propria natura di cacciatori. Poiché il loro pianeta non è più in grado di sostentarli, mandano le loro femmine, telepatiche e in grado di teletrasportarsi, in caccia verso altri pianeti. Ma per uno dei maschi l'amore per la propria compagna è più forte delle ferre regole del matriarcato, e la segue proprio sulla Terra.

Il secondo gruppo di belve è quello dei vampiri, che sono sempre esistiti e prosperano sul nostro pianeta. Sono simili a quelli descritti dalle leggende, che in effetti hanno creato loro, solo che non hanno molti dei problemi che affliggono i vampiri letterari. E intendono mantenere il controllo sul loro "gregge" di esseri umani.

E infine ci sono le belve più belve, ovviamente gli uomini e le donne di Cinecittà, che hanno costruito una società, basata sull'inganno e la sopraffazione, dominata da una banda di attorucoli che portano i nomi di grandi star del passato senza averne minimamente la grandezza.

Belve è un romanzo profondamente influenzato dal cinema, cominciando con la descrizione degli alieni, affascinanti umanoidi in grado di tramutarsi in feroci pantere, tratta di peso da film Cat People diretto da Jacques Tourneur e rifatto poi da Paul Schrader, e proseguendo con un'immane quantità di citazioni che sono la prova della sfrenata dedizione dell'autrice per il genere horror. M non si deve pensare a un pastiche letterario-cinematografico, visto che le citazioni sono inserite in un contesto spietatamente realistico, che estrapola in odo inquietante alcuni degli aspetti peggiori della società del presente.