There's no sensation...

Nanami fece tre passi e si alzò in volo. Tracciò un ampio arco sovrastando interamente la linea dell'orizzonte; Hansel e Grethel, la coppia di lune di Primo Sol, accompagnavano pigramente l'arrivo del tramonto con calde sfumature di rubino e ocra riflesse dalle tensostrutture sospese sulla verticale del Genitore. Nanami spalancò il becco a uncino e si lasciò andare a un richiamo stridulo e antico, continuando a volteggiare sopra le colline.

Tina Guzman registrò i processi plasmanti con un'espressione rincuorata. Le reazioni erano corrette, i polpastrelli glielo trasmettevano in un formicolio continuo che si confondeva con le scariche di adrenalina. L'energia che si sentiva scorrere dentro le impedì di percepire immediatamente il segnale di allarme. Fu solo quando vide l'atmosfera in cui era immersa tremolare debolmente e il sole sbiadire verso un verde malato che realizzò.

- Merda! - Attivò la bolla protettiva, prese al volo gli strumenti e si buttò affannosamente giù verso il recinto del Genitore. Saltò velocemente le chiazze d'erba oleose che si stavano espandendo al ritmo del rombo sordo proveniente dal sottosuolo, senza badare al branco di picchiatelli che zampettava sul margine del sentiero asfaltato. I piccoli robot, completamente allo sbando, perseveravano nella semina di spore sull'ecologia del pianeta già in fermento per il rigetto dell'earthforming.

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Tina arrivò all'ingresso del Genitore mentre la barriera al plasma biologico si stava chiudendo. Nanami la precedette di un solo secondo, appena prima che l'emorragia si scatenasse segnando il terreno di torrenti verdastri. La terra vomitava acidi da decine di piaghe aperte.

La sottile bolla di plasma in cui Tina era immersa si dissolse rapidamente. Anche all'interno della barriera estesa fin dentro il suolo le sembrò di sentire l'odore pesante che si diffondeva. Un Tecnologo, un pakistano dal sorriso cattivo, le sogghignò alle spalle. - Stavolta c'è mancato poco, eh? Voi Vitalisti non imparerete mai...

- Dispero che riescano a imparare qualcosa. - La voce del vicedirettore Kershaw era stanca ma decisa. Accanto a lui Valerio fece una smorfia di rimprovero. - Dovevi per forza uscire? Lo sapevi che era previsto un rigetto per oggi.

Tina arrossì. - Il rapporto era vago! Io devo lavorare, non posso stare dietro alle vostre previsioni sballate!

- Bel lavoro, usare quel cormorano come cavia! Ma sei tu sballata, sai? - Valerio le appoggiò un dito sulla fronte. Tina reagì schiaffeggiando l'aria.

- Basta così, signori! - Il tono di Kershaw non mascherava affatto l'ironia di cui era imbevuto. - Dottoressa, ti prego, non fare la radicale come al solito. Piuttosto datti una sistemata alla svelta, la riunione con la direttrice Le Blanc è fra meno di mezz'ora. O ritieni anche questa una previsione vaga?

Tina si morse le labbra: se ne era completamente dimenticata. - La mia relazione non è ancora pronta. Devo sottoporla a Sajiko - mormorò.

- L'esame della tua relazione non è più all'ordine del giorno. Il vicedirettore Sajiko ne ha già predisposta un'altra, e io ho fatto altrettanto. Tu devi solo presenziare in quanto rappresentante autorizzato del Consorzio dei Vitalisti. - Kershaw si lisciò la barba grigia con un gesto abituale e si avviò verso l'ingresso della base. Tina puntò gli occhi marroni su quelli neri di Valerio. - Cos'è questa storia? - gli chiese.