Xena: eroine femminili, purché gay
Xena: eroine femminili, purché gay
Però sono convinta che si potrebbe fare qualcosa di diverso, che accontenti un po' di più tutti quanti, anche il pubblico femminile, senza incorrere in estremizzazioni o ghettizzazioni (del tipo: storie "per maschietti" e "per femminucce").

In fondo, l'aveva intuito anche Isaac Asimov, il buon dottore. In gioventù era proprio il tipico nerd che ignora l'universo femminile (anche se dopo si è rifatto, credo). Aveva un profondo imbarazzo a inserire personaggi donna nelle sue storie. Più tardi, però, deve aver capito una cosa fondamentale: che se voleva creare figure di donna credibili, non doveva tentare di intuire o raffigurare la psicologia femminile. E' noto, infatti, che gli uomini di psicologia femminile non capiscono un accidente, si destreggiano fra bordate di pregiudizi e idealizzazioni altrettanto improbabili.

No, doveva piuttosto fare appello a se stesso, al suo lato femminile. Quello che tutti gli uomini hanno, anche se spesso fingono di ignorarlo. Così come c'è un lato maschile in ogni donna.

E' così che è venuta fuori la Sin-Em di Neanche gli dei. Un bellissimo personaggio, tra l'altro.

Forse potrebbe essere questa la strada, chissà. Ricordarsi che ogni individuo è un insieme complesso di fattori, in cui l'identità sessuale gioca solo una piccola parte. Ma forse, per molti è un po' troppo complicato e astruso. Forse, è più divertente giocare con bambolone ipertrofiche e muscolosi supereroi.

E va bene, giochiamo allora. Ma che sia almeno un gioco paritetico, non mi basta che in una serie accanto alle bellone di turno ci sia anche qualche bel maschietto. Piuttosto, che tutte le tardone abbiano diritto a sognare aitanti giovanotti senza vergognarsi o essere prese in giro. Datemi una serie, un libro, un fumetto, un film, con protagonista bruttina e anzianotta circondata da fotomodelli, e solo allora dirò che c'è la parità!