Dal racconto Stanlio e Ollio, Terror Detectives di Valerio Evangelisti

A bordo dell'Air Force One, George W. Bush, presidente degli Stati Uniti, contemplava inorridito l'incredibile spettacolo proposto dagli schermi televisivi fissati alle pareti dell'abitacolo. Dopo il primo aereo, un secondo si era appena schiantato contro le Twin Towers di Manhattan. Una visione allucinante e spaventosa: in un perfetto silenzio, rotto solo dalle voci affannose e incredule dei commentatori, una vampata di fuoco e di fumo si stava levando dalla struttura ferita dell'altra torre, dopo che la prima già ardeva alla sommità.

Bush, pallidissimo e sconvolto, si lasciò cadere su una delle poltroncine. Si passò la destra sulla fronte, madida di sudore. Aveva le dita che gli tremavano, quando fece cenno a uno degli ufficiali presenti, angosciati quanto lui, di passargli un telefono. Per fortuna non c'era numero da comporre. Si limitò a sollevare la cornetta.

­ Dick? ­ mormorò con timbro impastato, quando udì all'altro capo la voce turbata del vicepresidente Dick Cheney. ­ Grazie, sono contento che i miei stiano bene, ma non è per questo che ti chiamo... ­ Chiuse gli occhi, deglutì, poi riaprì lentamente le palpebre sulle iridi azzurre. ­ Dick, io credo... Credo che ci resti una sola soluzione... Sì, hai capito benissimo. Stanlio e Ollio.