La prima parte del film è dedicata al risveglio dell'eletto Neo, che infatti porta ancora il nome che gli è stato imposto dalla realtà matrigna in cui vive. In che modo si fa strada in lui la consapevolezza, che in realtà lui ha sempre ospitato dentro di sé (vedi teoria dell'anamnesi nel Fedone platonico o la teoria del bello nel Fedro), che la vita che lui ha sinora vissuto è una vita inautentica? Tramite il richiamo silenzioso della coscienza (La Gewissen heideggeriana di quel concentrato di sapienza gnostica che è Essere e Tempo), che, mostrandogli l'angoscia del suo spaesamento quotidiano nella metropoli ipertecnologica, lo costringe alla conoscenza del suo vero Sé Stesso. Qui si fa strada uno dei topoi della gnosi moderna, che ha appunto come suo alfiere il filosofo tedesco Martin Heidegger: "la scienza non pensa" e in virtù di questo non pensare, che consiste nel fatto di non rammemorare (di nuovo l'anamnesi) la differenza ontologica tra Essere ed ente, ci condanna ad un futuro in cui le macchine tecnologiche domineranno la terra (qui ci possiamo rifare anche alle tesi dell'Operaio di Ernst JÚnger) e schiavizzeranno l'uomo; appunto la situazione di partenza descritta da Matrix.

La seconda parte è dedicata alla scelta: pillola rossa rimanere nel mondo inautentico o pillola blu conoscere finalmente la verità? Qui si rendono evidenti due caratteri fondamentali del kit gnostico di sopravvivenza: credenza nel libero arbitrio e credenza nella verità. Questo è il vero e proprio test esistenziale per definire l'atteggiamento gnostico: la Gnosi infatti oppone, nel nocciolo a base della sua filosofia, la verità alla vita e impone di scegliere la verità anche e soprattutto (sennò che gusto c'è?) a scapito della vita. Lo gnostico, in breve, da buon kamikaze è pronto a farsi tranquillamente esplodere a qualsiasi posto di blocco, se, dopo, in cambio, promettete di rivelargli finalmente la verità. E', in fondo, la soluzione mistica già proposta da Schopenhauer al termine della sua opera fondamentale Il mondo come volontà e rappresentazione: rinunciare alla volontà di vita e spegnersi nel Nirvana. Neo, ovviamente anche per esigenze filmiche di sceneggiatura dato che siamo all'inizio del film, sceglie di conoscere la verità con tutto quello che ne deriva.

Per dare sfogo a tutto il pathos messianico di cui il film si circonda occorre ovviamente creare un contraltare negativo, un Giuda traditore: "Certe volte mi chiedo perché non ho scelto la pillola rossa?" si chiede il serpente tentatore cercando di approfittare di un momento di debolezza nell'interminabile training di Neo. Qui si fa strada Nietzsche (finalmente uno gnostico pentito!), che assieme al traditore avrebbe goduto del sapore della bistecca sanguinolenta, che sostituisce i canonici trenta denari, affermando con lui: "So che questa bistecca non esiste, che in questo momento un computer sta mandando delle informazioni al mio cervello per farmela assaporare con tutti i miei sensi, ma, in fondo, chi se ne frega?".

Questo è l'unico modo d'uscire dal cono d'ombra della malattia gnostica: scegliere la vita, la pillola rossa, anche se ciò significa vivere non più nell'ingenuità, ma nella coscienza che il "tutto" possa essere, forse, una finzione. Ma a questo punto è anche ora di chiedersi, chi elabora la finzione? Un computer (Il Demiurgo cattivo della gnosi antica) ci viene spiegato nelle prime fasi del film. Ma allora come mi spiego il fatto che Neo si dimostra l'eletto proprio perché manipola a suo piacimento "la realtà" creata da tale computer? Allora forse Neo ha più a che fare con il superuomo nietzscheano che con il mistico di Schopenhauer o l'Esser-ci autentico di Heidegger! Infatti l'insegnamento di Nietzsche, che spiazza duemila e passa anni di Gnosi, è proprio quello in base a cui, posto che l'uomo non possiede gli strumenti per giungere ad una conoscenza noumenica del reale, si accontenta e soprattutto sceglie di agire ed errare a livello fenomenico (e questo, stiamo attenti, poiché la gnosi è una pianta endemica che attecchisce dappertutto, ne è prova l'interpretazione heideggeriana di Nietzsche, non significa affatto che Nietzsche non creda nell'esistenza di fatti reali!). Nietzsche, proprio come il Neo delle sequenze finali del film, se ne frega letteralmente della differenza ontologica tra reale ed apparente, tra essere ed ente: "Il mondo vero lo abbiamo eliminato: quale mondo è rimasto? Quello apparente forse?... Ma no! Col mondo vero abbiamo eliminato anche quello apparente!" (F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli).

Un'ultima considerazione per terminare: dovete sapere che uno degli escamotage inventati dagli gnostici di tutti i tempi, Schopenhauer compreso, per meglio svilire la realtà materiale a tutto vantaggio di quella spirituale, è quello di mortificare la carne attraverso la predicazione del sesso più sfrenato (mica coglioni!). Sarà per questo motivo, mi chiedo, che i fratelli Wachowski hanno chiamato a recitare nel seguito del primo film, Matrix reloaded, Monica Bellucci?