Lei proviene dal teatro, ha lavorato in televisione e, alla fine, è approdato al cinema. Qual è - a livello personale - l'equilibrio tra questi momenti della recitazione?

Tempo fa ho visto in televisione un'intervista ad Ingmar Bergman cui fu posta esattamente la stessa domanda. Il regista svedese, che a Stoccolma ha la sua compagnia ha risposto esattamente come mi sento io: "Amo il cinema, ma il teatro è ciò che sono." Il teatro è la mia vita. Quando sono troppo a lungo lontano dal palcoscenico inizio a sentirmi molto infelice. Mia moglie potrebbe confermarglielo. Del resto c'è sempre stato qualcosa di poetico e più alto in Star Trek, una serie dalle grandi qualità teatrali. Quando senti una battuta di una serie di Star Trek la riconosci esattamente come ti accorgi di stare ascoltando un monologo shakespeariano. Questo - agli inizi - ha reso più confortevole il mio passaggio alla Tv. Il ponte dell'Enterprise ricorda per molti versi un teatro elisabettiano. In questo momento, però, mi sento molto tranquillo perché nei prossimi due anni sarò molto spesso in palcoscenico.

A proposito di palcoscenico. Si era parlato qualche anno fa di una sua possibile interpretazione in un musical...

E' vero, dovevo debuttare in Australia in My fair lady nel ruolo che era stato di Rex Harrison. Poi non se ne è fatto più nulla. Sono un grande fan di questa nazione e così in seguito ho avuto lunghissime trattative per portare la mia edizione di Il racconto di Natale di Dickens. Ma anche lì non sono stato troppo fortunato. Adesso ho due drammi: uno a Londra che interpreterò la prossima primavera e un altro a Broadway in autunno. Quello di Londra sarà un nuovo adattamento di Il costruttore Solness di Henrik Ibsen, realizzato proprio da John Logan che ha realizzato la sceneggiatura delll'ultimo film Nemesis....

E' molto bello che gli attori noti al grande pubblico sfruttino la loro popolarità per vincere la curiosità dei giovani e - magari - così portarli a teatro a vedere drammi classici che probabilmente nemmeno si sognerebbero...

E' vero. Considero interessante notare come le persone che mi conoscono solo come Jean Luc Picard corrano per vedere qualcosa di completamente differente e - chissà - anche un po' educativo. Certo, alle volte c'è qualche delusione. Si aspettano di vedere il comandante dell'Enterprise e trovano un personaggio completamente diverso.

Trova una qualche somiglianza tra lei e Tom Hardy l'attore che ha dato vita al personaggio di Shinzon?

Sì, ma quello che più mi sorprende è la sua somiglianza con mio figlio Daniel, anche lui attore, che ha interpretato il ruolo del figlio di Picard in The inner light. Credo che Daniel rimarrà stupito dal notare come Tom gli assomigli...

Va detto che avrebbe potuto fare un provino per questa parte se non fosse che è più anziano di Tom (Daniel ha 34 anni) ed è decisamente molto più massiccio.

Devo anche notare che Tom è stato truccato molto bene, mentre - essendo il mio aspetto abbastanza consolidato - con me c'era poco da fare... a parte qualche iniezione di collagene per avere le labbra carnose come quelle di Tom. Io - praticamente - di labbra non ne ho... Così gli hanno messo il naso finto e gli hanno leggermente modificato il taglio degli occhi.

Lei vive tra Los Angeles e l'Inghilterra...

Ho la fortuna di avere una casa a Los Angeles e una nel Nord dello Yorkshire. Questo perché - per i motivi che enunciavo prima - L.A. non è una città molto teatrale. Sì, è vero se vuoi fare televisione o cinema devi necessariamente vivere là, ma se ti azzardi ad andare a teatro pensano che sei diventato automaticamente un disperato che non riesce ad avere nemmeno una particina in Tv...

Come si sente?

Una parte di me continua a considerarlo come qualcosa di transitorio e temporaneo. Sono un attore inglese che è stato fortunato al punto da potere stabilire una base di lavoro in Nord America. Hollywood non ha mai fatto parte dei miei sogni ad occhi aperti che mi permettevo, perché era così non realistico. Sono capitato così per caso su qualcosa che è diventato una parte preminente della mia vita professionale.

Perché Star Trek ha ancora oggi così tanto successo?

Per la sua visione ottimista del futuro. Viviamo in un'era buia, l'umanità ha bisogno di pensare in maniera positiva. Star Trek incarna la parte migliore dell'essere umani.