di

Luca Masali

Utopia 1998

il punto sulla fantascienza europea

Si è recentemente concluso a Potieres, nel nordovest della Francia, il festival europeo del futuro Utopia 98, viaggio nell'universo della fantascienza.

Si è trattato di un'importante occasione di incontro tra operatori culturali attivi nel campo della fantascienza: autori, editori, curatori di collane, illustratori e traduttori provenienti da tutta Europa. Il mondo editoriale italiano era rappresentato da Giuseppe Lippi, curatore di Urania, Sandrone Dazieri, che oltre ad essere l'autore del romanzo Attenti al gorilla fa parte dell'editrice Shake, Sergio Fanucci, Daniele Brolli e Piergiorgio Nicolazzini, consulente dell'editrice Nord. In rappresentanza degli scrittori di casa nostra, una piccola pattuglia della nuova leva di autori presenti sul mercato francese. Valerio Evangelisti, innanzittutto: Nicholas Eymerich è molto famoso e amato anche oltralpe, come vedremo. E poi Nicoletta Vallorani, che pubblica per Gallimard, il più grande editore francese, e io stesso (I biplani di d'annunzio uscirà ad aprile per Fleuve Noir).

Tema del festival era la fantascienza in tutte le sue forme, e la fantascienza europea in particolare. A questo proposito si è vista una grande vitalità della produzione del vecchio continente, non solo nei Paesi europei di grande tradizione letteraria come Francia, Italia, Germania e Inghilterra, ma anche nei piccoli Paesi nordici: lo scrittore Juka J. Tapio ha presentato la vivacità della produzione finlandese, che se è certamente penalizzata dalla scarsa diffusione della lingua non per questo è meno immaginifica e vitale delle altre scuole europee. L'analisi delle realtà editoriali ha messo a fuoco un fenomeno di grande importanza sul piano culturale: il rapporto tra la produzione anglofona e quella del resto del mondo.

Sandrone Dazieri Nei Paesi anglosassoni la vastità della produzione autoctona e la scarsa propensione alla traduzione sembra creare un circuito chiuso, che va sempre più staccandosi dal resto della fantascienza non anglofona. E dal canto suo, la fantascienza europea (Regno Unito escluso per ovvi motivi) va ritrovando una sua strada originale e creativa, molto più orientata alla fantasia e al fantastico che non alla saga tecnologica ed alla hard science fiction. Un primo nucleo di questo processo di integrazione del fantastico europeo lo stanno vivendo in particolare due Paesi: Francia e Italia.

Nicoletta Vallorani mostra la copertina dell'edizione francese de "I biplani di D'annunzio" La nostra fantascienza è molto stimata in Francia, soprattutto grazie al meritorio lavoro di Evangelisti: proprio mentre scrivo queste note apprendo che Valerio ha vinto il premio Tour Eiffel, di gran lunga il più importante premio francese dedicato alla letteratura fantastica. Il clima di interesse e stima reciproca tra le scuole dei due Paesi ha avuto immediati e tangibili risultati a Potieres: se gli incontri preliminari tra autori ed editori si tradurranno in realtà, avremo presto occasione di leggere in italiano autori francesi giovani, molto interessanti sul piano stilistico ed estremamente immaginifici, come Serge Lehman, Jean-Claude Dunyac, Jean-Marc Ligny e Roland C. Wagner (vincitore quest'anno del premio Tour Eiffel per la categoria racconto). Parimenti, grande curiosità e interesse hanno sollevato presso gli editori d'oltralpe i lavori dei nostri autori. Un'alleanza che nasce da una matrice culturale tutto sommato simile, e da realtà editoriali paragonabili. In Francia si legge di più che da noi, ma non molto di più.

Tavolata di italiani: da sinistra: Vallorani, Nicolazzini, Fanucci, Evangelisti, Lippi, Brolli; l'ultimo a destra è il traduttore francese Serge Quadruppani Le difficoltà per chi si occupa di fantascienza sono sempre quelle: una certa difficoltà a far accettare che il proprio settore è parte importante e qualificata dell'immaginario collettivo Difficoltà peraltro in via di lenta soluzione sia da noi che oltralpe; poche possibilità di visibilità per il proprio lavoro, su media largamente monopolizzati dalla superproduzione anglosassone che mescola a pochi capolavori una gran massa di prodotti di bassissimo costo e scarsa qualità Ma sia da noi che in Francia questi spazi si stanno aprendo al prodotto nazionale, grazie alla qualità e alla cura ancora artigianale che gli operatori europei possono permettersi. Insomma, da tanti piccoli segnali la situazione consente un cauto ottimismo, pur senza dimenticare la spaventosa crisi dell'editoria che martella equamente tutti quanti, anglofoni e no.

Un uomo, un mito: il grande Jack Vance L'asse italo-francese apre ai nostri autori una possibilità di visibilità impensabile fino a pochi anni fa. Non va dimenticato che un'edizione francese apre, oltre al mercato francese, belga e di un pezzetto di svizzera (posto che gli svizzeri leggano fantascienza, naturalmente) anche gran parte del Canada, un pizzico di Nordafrica e di estremo oriente. Se questa alleanza ancora giovane crescerà, sarà interessante coinvolgere anche gli scrittori tedeschi (a Potieres ce n'era una nutrita pattuglia, ma tendevano a starsene sulle loro) e soprattutto il grande assente di questo festival, e cioè la fantascienza iberica. Il fantastico spagnolo non ha bisogno di presentazioni, parte da Cervantes e travolgendo ogni tentativo di classificazione in generi ha prodotto forse la più ricca messe di capolavori a vario titolo definibili sotto l'etichetta di "letteratura d'immaginazione", dalla biblioteca di Borges alle affabulazioni fantastiche di Isabelle Allende A noi arrivano i fumetti (chi non ricorda L'Eternauta, tanto per dire un titolo?), ma dove sono gli scrittori dichiaratamente di fantascienza? La chiamata per la costituzione del fantastico europeo è suonata, vi aspettiamo numerosi. Nel frattempo, mentre aspettiamo di vedere se i semi piantati a Potieres germoglieranno, godiamoci il successo di Evangelisti, che in un clima di eccitazione da stadio ha vinto pure il Gran prix de l'Imaginaire. Insieme al Prix Tour Eiffel è un grande slam che fa onore a tutta la nostra fantascienza. Non a quella italiana. A quella europea.