La stanza lo accoglie illuminandosi. La luce scivola sulle pareti e sul soffitto di un lucido azzurro, il blu intenso del pavimento è insondabile come il mare profondo. Sembra un acquario.

Un tavolo da laboratorio coperto di piastrelle blu poco più grandi di un'unghia, un piano di lavoro in formica chiara che gira intorno alla stanza. Il giorno entra discreto da due lunghe finestre a soffietto poste in alto, vicino al soffitto.

- Ex Laboratorio di Biologia Molecolare, sgomberato sedici anni fa. Qui potresti farci il soggiorno, di là la cucina - Art gli mostra una cameretta sulla sinistra dove tutto, pareti, pavimento e banco da lavoro, è giallo limone. - Qui c'è una specie di bagno, solo doccia. E qui - attraversa l'acquario - potresti farci la camera da letto. Il corridoio ha uno slargo, al fondo, ben illuminato dall'alto, dove potresti lavorare. Dipingi?

- No, niente vernici. Assemblo materiali e forme, qualcosa di più vicino alla scultura.

Art alza le spalle, poco interessato. Ha fatto al sua offerta.

- Allora? - chiede Nic.

- Sì! - Gli piace e quasi non può credere alla sua fortuna. Qui sotto starà tranquillo, avrà spazio in abbondanza, e tutto quel verde indomabile là fuori lo proteggerà dalla luce e dall'invadenza degli Opachi.

- E' bello. Sembra un acquario.

Artiglio annuisce, un sorrisino da vecchio gatto disegnato sotto i baffi.

- Ho del madera, su. - li informa - Ce n'era una cassa intera negli studi di Patologia Clinica. Venite ad assaggiarlo.

- Ottima idea. - Dalla porta Nic lancia ancora una lunga occhiata al laboratorio e si avvia alla scala.

- Questo è l'ultimo. - Art lo aiuta a incastrare lo scaffale sotto il piano di lavoro in cucina.

Sa fare di tutto, Art, e sa trovare e riutilizzare qualunque cosa: in due giorni gli ha arredato le stanze ripescando vecchi mobili e attrezzature abbandonate negli studi e nei laboratori vicini. Dal suo vecchio appartamento ha dovuto recuperare soltanto libri, documenti e supporti magnetici.

- Perché lo fai, Artiglio? - Non si permette ancora di chiamarlo Art - Aiutarmi, dico.

L'uomo lo fissa sorpreso.

- Stenwall me l'ha chiesto. Mi ha tirato fuori da un grosso guaio, molti anni fa.

E' la specialità di Nic tirare fuori la gente da grossi guai.

- Tu non lo faresti per lui?

- Sì, certo.

Certo. Gli deve la vita, la nuova casa, e l'aiuto di Art. Anche l'unità ultramoderna che adesso porta in tasca viene da Nic. Il debito nei confronti di Stenwall non ha fatto che aumentare, presto sarà incolmabile, deve stare attento ad accettare favori. Il lavoro al Kit Cat, ad esempio, non lo può lasciare, anche se adesso, in ferie, si sente libero e senza responsabilità. Nic insiste, ma lui non deve cedere, altrimenti gli sarà legato mani e piedi.

Guarda di sottecchi Artiglio, che non sembra capace di pensieri così ingenerosi.

- Finito. Forza, accendiamolo! - Art va in soggiorno, spegne le luci e accende il proiettore olografico preso dal Laboratorio didattico di Biologia Marina.

"Le dita ondeggianti delle alghe accarezzano gli scogli a strapiombo, grandi spugne a forma di vaso ciondolano lente nella corrente come ballerine abbandonate, vegliate da colonie di coralli. Sul fondale tappeti di crinoidi inclinano le loro corolle rosate alla musica silenziosa di un oceano mai esistito. Conchiglie antichissime affondano nella sabbia che copre il pavimento, le ultime trilobiti perdono la loro guerra con il tempo. Un gigantesco nautiloide scende pigro e temibile dall'alto e allunga i tentacoli su di loro.