Parte Prima: davanti alle quinte

Gli imperi hanno certamente un fascino e, come tutte le cose vive, prima o poi muoiono. Più una cosa viva è grande, più la sua morte è clamorosa e suggestiva. La morte è per definizione una catastrofe, ovvero un brusco cambiamento di stato. Se è difficile da prevedere con esattezza per i comuni esseri viventi, figuriamoci per gli imperi. Un impero è molto di più di una somma di individui. Un impero è una vera e propria Gestalt, un'entità olistica che ampiamente trascende la somma degli individui che ne fanno parte e, addirittura, trascende anche la somma dei popoli che ne fanno parte. Apparentemente onnipotenti, gli imperi sono in realtà organismi assai delicati. Virtualmente immortali, almeno nelle proprie intenzioni, gli imperi sono invece tutti assai mortali e infatti, prima o poi muoiono tutti. E quando muoiono, di solito si tratta di una morte rapida e inaspettata. D'altra parte, se un impero avesse chiare avvisaglie della propria prossima dipartita, esso quantomeno proverebbe a correre ai ripari. Di solito ciò non avviene e, se anche avviene, quasi mai funziona.

I popoli sono organismi assai più stabili degli imperi. Un popolo si forma nell'arco di migliaia di anni e, se nessuno lo stermina, di solito da solo non muore. Gli imperi, invece, sorgono assai più rapidamente e sono molto più effimeri. Non andrebbero presi troppo sul serio, gli imperi. D'altra parte, è proprio quando un impero non viene più preso sul serio che esso collassa. La nostra domanda di oggi è: quando avverrà il crollo dell'impero americano?

Non tutti sono consapevoli dell'esistenza dell'impero americano, anche perché esso di solito non viene chiamato così. Viviamo in un'epoca misteriosa e affascinante dove tutto muta in fretta e anche le parole cambiano significato con una rapidità probabilmente mai vista in precedenza nella storia dell'umanità. Sino a pochi decenni fa la parola impero non era pregna di particolari connotazioni negative, anzi! Poi, lo scarso successo in termini di immagine dell'esperienza nazista - l'ultimo serio tentativo esplicito di creare un impero destinato a durare mille anni - ha associato alla parola impero una classe di significati poco onorevoli, così che dal dopoguerra in poi i nuovi imperialisti - succubi di quello che per l'occasione ho battezzato il complesso di Goebbels - recisamente negassero a parole di essere tali.

L'impero americano si è quindi creato sotto - per così dire - mentite spoglie. Non solo, ma anche la sua espansione non è avvenuta alla luce del sole, con le tradizionali truppe armate che invadono il paese da annettere all'impero, possibilmente dichiarandogli anche guerra ufficialmente come era buon costume fare una volta, bensì nel modo più occulto e ingegnoso possibile, uccidendo di nascosto chi c'era da uccidere, corrompendo chi c'era da corrompere eccetera, annegando tutto in un mare di fiction e dollari, e tutto all'insegna dell'invisibilità e della discrezione. Certo, qua e là qualche fuoco d'artificio non esattamente invisibile c'è scappato - dal 1945 in poi gli Stati Uniti hanno occasionalmente bombardato circa 25 nazioni - ma ufficialmente non si è (quasi) mai trattato di guerra esplicita; il maquillage semantico ha sempre dato a ogni operazione un titolo diverso e politically correct (operazioni chirurgiche, desert storm, guerra al narcotraffico, polizia internazionale ecc.), implicitamente suggerendo ogni volta che si trattasse di un nuovo film, anziché sempre di una nuova impercettibile variazione allo stesso tema. Ma la vera forza degli artefici dell'impero è sempre stata l'azione dietro le quinte, gli invisibili flussi di denaro e la poderosa arma della corruzione e del ricatto. C'è indubbiamente stata molta intelligenza in tutto ciò, che va apprezzata in quanto tale. Tuttavia, anche l'intelligenza conseguisce la sua efficienza massima quando non si vede, quando riesce ad esercitare la propria eccelsa arte dell'inganno nell'ombra di una sapiente opera di invisibile mistificazione. Quando però si inizia a confondere l'intelligenza con il mito dell'intelligenza, e la parola intelligence arriva ad infarcire il 30% di tutte le frasi pronunciate da qualsiasi portavoce del pentagono di qualsiasi cosa egli stia parlando, sorge legittimo il sospetto che qualcosa non quadri.