Può apparire strano ma, sebbene Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) abbia dedicato parte della sua opera alla narrativa fantastica, nell'intero Canone - i 56 racconti e 4 romanzi che compongono le indagini del detective più famoso nella storia della narrativa gialla, Sherlock Holmes - non vi sono importanti riferimenti in tal senso. Tanto più che se parliamo di science fiction, ovvero "fantascienza", il termine ufficiale, all'epoca, non era neppure stato coniato.

Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes, nasce a Edimburgo il 22 maggio 1859 in Picardy Place, così chiamata perché anticamente sede di una colonia di ugonotti francesi, e muore nel 1930 a Crowborough. Nel 1885 si laurea in medicina all'Università di Edimburgo. Nella sua vita Doyle fa parecchie esperienze; medico di bordo su una baleniera, in seguito ritorna in Inghilterra per dedicarsi al praticantato e apre uno studio a Southsea. Nei periodi di inattività comincia a scrivere le avventure di Sherlock Holmes, sebbene il suo primo racconto venduto sia del terrore: Il mistero della valle di Sasassa. Doyle, che continua a scrivere polizieschi assieme a opere fantastiche, si propone al suo pubblico anche per una notevole serie di romanzi avventurosi, storie di pirati e altri testi di ambientazione medievale e romana. Un autore davvero poliedrico che ha certamente raccolto nelle sue pagine le esperienze dei suoi moltiviaggi, ma anche i trentasei anni di studi occultistici (questi ultimi raccolti in sette volumi e probabili ispiratori di alcune delle sue opere fantastiche).

Doyle inizia a cesellare la figura di Holmes constatando l'abilità di un suo amico, il dottor Joseph Bell, che riesce a dedurre dai minimi dettagli le caratteristiche psicofisiche dei suoi pazienti. A questo dobbiamo aggiungere, naturalmente, l'influenza di Edgard Allan Poe, l'inventore cinquant'anni prima del genere poliziesco. Holmes diventa presto un'immagine talmente concreta che persino l'autore, in certi momenti della sua vita, ha l'impressione che si tratti di un personaggio in carne e ossa. Il mito di Holmes si alimenta poi nell'arco di cent'anni attraverso le Sherlock Holmes Society, la cinematografia, la tv e i centinaia di libri apocrifi che vengono proposti con grande passione dagli autori più svariati. Queste antologie sono piuttosto rare da noi in Italia, ma in Inghilterra sono sempre di più e spesso di buona fattura. Per tutti bastino alcuni recenti titoli come The Disappearence Prince and Other Stories di Edmund Hastie, The Tadridge Hall Murder and Other Stories di Eddie Maguire, Sherlock Holmes and the Holborn Emporium e Secret Seven, entrambi scritti da Val Andrews. Oppure ancora i lavori di John Hall intitolati Sherlock Holmes and the Adler Papers e Sherlock Holmes and the Hammerford Will.Dagli Anni Novanta nasce persino un museo dedicato al detective inglese proprio in Baker Street e prende vita una rivista bimestrale, Sherlock, tutt'ora attiva e che viene letta in tutto il mondo.

L'universo di Sherlock Holmes

Sherlock Holmes, oltre ad essere il detective più famoso e apprezzato al mondo, rappresenta per la sua carismatica figura uno dei personaggi della narrativa popolare che più si presta all'analisi e all'approfondimento. Attraverso le pagine di questo libro l'autore ci conduce piacevolmente verso la disamina di molte tematiche: dal Mastino dei Baskerville (il cui centenario è avvenuto lo scorso 2001), al ruolo dell'omicidio nell'epoca di Conan Doyle, passando per la figura di Moriarty, il profilo dell'attore Jeremy Brett, il ruolo di Sherlock Holmes nei fumetti, ma anche nelle illustrazioni e nella science fiction. Oltre ad altri argomenti e curiosità su cinema, radio e tv, all'interno trova spazio anche un'utile e completa cronologia su Sherlock Holmes, sul suo fedele amico dottor Watson e sulla vita del loro creatore Sir Arthur Conan Doyle.

Luigi Pachì, L'universo di Sherlock Holmes

Collana "Il Club di Sherlock Holmes" n. 2, Solid Books

ISBN 88-7360-013-1, Pagine 146, Euro 10,99

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