Supponi di essere nuovo del posto. La Norvegia è un paese freddo per cui è comprensibile che, la sera, prima di andare a dormire, non disdegni di farti qualche birra al Pub giù in paese. Intanto si conosce la gente e si fanno due chiacchiere. A un certo punto comincia a fare tardi, così ti infili il tuo berretto di lana ed esci fuori, al freddo e in quel buio strano, timido, che non è mai del tutto buio. Il fiato ti si cristallizza in nuvole biancastre e sembra che da un momento all'altro possa caderti a pezzi sui piedi. Sali sul tuo fuoristrada, accendi il riscaldamento, ti togli i guanti, ti sfreghi le mani e metti in moto. Le gomme chiodate cominciano a mordere la strada ghiacciata, mentre ti addentri nella boscaglia che orla la vallata illuminata da una sottile falce di luna. La tua casa è un po' fuori mano, questo è vero, tutto diverso rispetto a Oslo, ma è un posto tranquillo. E incantevole, anche. Almeno le volte in cui il termometro risale sopra i dieci sotto zero e riesci a evitare i branchi di lupi. Prosegui ad addentrarti nel silenzio. I coni di luce dei fari ondeggiano e illuminano tronchi e neve. Solo il fragore del motore e della neve che schizza via. E il tuo respiro. Improvvisamente gli abeti si aprono sulla conca buia e d'improvviso ti viene da sollevare il piede dall'acceleratore. Perché? Tua moglie ti aspetta e sai che non le va che torni tardi dal Pub. Ma c'è qualcosa di strano laggiù. Il respiro ti si condensa sul vetro, ma solo per un momento, perché non ti accorgi che stai trattenendo il fiato. Prendi uno straccio e pulisci il parabrezza. Fai andare un paio di volte anche i tergicristalli. No, non è la birra. Hai sonno, ma ti senti lucido, mentre il rumore del respiro che ha ripreso più veloce si accompagna a quello dei battiti del cuore che a loro volta hanno accelerato. Ti fischiano le orecchie. Chiudi gli occhi e poi li riapri, convinto che è stato tutto uno scherzo della vista. Invece no. Quelle tre luci sono ancora là. Che danzano ad alcuni metri dal suolo. Forse qualche decina, è difficile da stabilire da questa distanza. Non ti era ancora capitato di vederle, benché te ne avessero parlato, gli altri, giù in paese. Anzi, è stata la prima cosa che ti hanno detto quando sei arrivato qui. Di non spaventarti, o preoccuparti. Che non c'è ragione. Che è una cosa con cui tutti lì hanno imparato a convivere. Le luci di Hessdalen.

A Hessdalen succede

A Hessdalen, vedere le luci che si librano in cielo, per certi versi è come vedere dei piccioni in Piazza San Marco. L'unicità del fenomeno è proprio che non si tratta di qualcosa di così raro, isolato o casuale, qualcosa per cui c'è qualcuno in paese che dice di... afferma che... crede di... è convinto, ma... Se decidete di farvi una gita lassù, ci sono buonissime probabilità che capiti anche a voi. Ed è proprio qui che sta il punto: tutti quanti le possono vedere. E con questo siamo già approdati in un altro campo, perché non più nel territorio dei visionari o dei testimoni inattendibili. Il fenomeno delle luci di Hessdalen, benché a intervalli irregolari e con modalità non sempre identiche, si ripresenta a intervalli di giorni, mesi, anni. Luci che si librano in cielo... Facile intuire a che cosa state pensando... Molti sono già stati tentati di bollare il fenomeno come una manifestazione di oggetti volanti non identificati e, in senso stretto, non c'è niente che vieti di definirlo in questo modo, non foss'altro che quelle che si vedono sono effettivamente delle realtà fisiche misurabili scientificamente. Ma vorremmo sgombrare subito il campo da ogni ambiguità: da questo a dire che si tratta di "oggetti" in quanto entità artificiali, ce ne passa. Esistono abbastanza stranezze in natura per non dover scomodare qualche congettura "esotica", almeno per ora, almeno finché non si avranno dati scientifici chiari a suffragio di questa o quell'altra ipotesi. Quello su cui non ci sono dubbi è che a Hessdalen si vedono luci. Sfere luminose che da sole, o in formazioni particolari, si formano, emanano l'una dall'altra, restano visibili per alcuni secondi, o minuti, o addirittura ore e poi si dissolvono. E questo, almeno in passato, è accaduto anche con una frequenza straordinaria, al punto che a volte il fenomeno si è ripresentato molte volte nel corso della stessa giornata e comunque con una ripetitività quasi giornaliera. Proprio questa ripetitività e questa assoluta certezza che lo strano fenomeno, qualsiasi cosa esso sia, non è frutto di una strabiliante allucinazione collettiva, rendono il fenomeno delle luci di Hessdalen unico nel suo genere perché, sebbene non sia l'unica manifestazione di questo tipo sulla superficie della Terra di cui si abbia conoscenza, è forse l'unico fenomeno di questo genere al mondo che viene ormai osservato e studiato da anni in maniera sistematica e rigorosamente scientifica.