E urlò.

Con tutta la disperazione che si ritrovava nel suo giovane e inesperto corpo. Urlò perché vedi, amico, io trasporto polli e nel rimorchio ci saranno malcontate duemila galline, decapitate e ripulite. Urlò perché...

Perché la gallina non era affatto ripulita.

Perché aveva la testa al suo posto, là dove doveva stare.

Perché, prima di aprire i suoi stupidi occhi sull'incauto viaggiatore della notte che si stava inginocchiando accanto a lei, la gallina non resistette e parlò:

- Fammi vedere le unghie.

Perché è Codalunga, dal nome di un ratto che esce soltanto la notte. Sembra un uomo, ma non lo è. Sembra una donna e, a volte, una checca. Sembra, ma è qualcos'altro. Lui sembra sempre. Anche una gallina, certo. Ma è Codalunga, figlio di una notte sull'autostrada.

Codalunga che riacquista il suo vero aspetto e disperde nel buio i resti della sua vittima. Che lancia urla stridenti, proprio come una gallina (Ciao stronzetto!), e che si presenta sotto tutte le forme che la mente umana può concepire, perché è lì che abita Codalunga.

Il ragazzo smise di urlare e vomitò di nuovo, per l'ultima volta.

Poi raggiunse il nulla.

Stupito, incredulo, assistette allo scempio del suo corpo reale.