L'idea è fra le più originali e ... mai viste in una serie televisiva: l'autoparodia. E fra tutte le serie televisive probabilmente solo una serie autoironica come Stargate SG-1 poteva proporre una cosa del genere.

Si tratta del centesimo episodio della serie, una sorta di autocelebrazione o, se vogliamo, di autodissacrazione che ha permesso agli autori di mostrare ai fan un po' più da vicino il loro lavoro, e contemporaneamente di riderci sopra.

La trama in breve: al comando dello Stargate osservano con preoccupazione la produzione della nuova serie televisiva Wormhole X-treme!: si è deciso di non interferire, perché la serie offrirebbe un'eccellente copertura (qualunque fuga di notizie sul progetto Stargate potrebbe essere fatta passare per un pezzo di sceneggiatura del telefilm), ma di tenere d'occhio la cosa per osservare gli sviluppi.

O'Neill viene infiltrato negli studi di produzione in qualità di consulente militare ("è il consulente dell'aeronautica... non sa ancora che da lui non ci aspetta che dica proprio nulla"). Il creatore della serie è Martin Lloyd, un alieno disadattato che ha deciso di cancellarsi la memoria e di vivere sulla terra. Ormai convinto che i brandelli di ricordi che ha dello Stargate siano solo un'idea brillante per un racconto di fantascienza, è riuscito a proporre il plot a una casa di produzione e a trasformarla in un telefilm.

Naturalmente, gli studios nei quali viene girato Wormhole X-treme altro non sono se non gli studi nei quali viene girato Stargate Sg-1, personale compreso.

Incontriamo per esempio il regista Peter De Luise mentre cerca di spiegare al tecnico degli effetti speciali come vuole le esplosioni ("Più grossa!!! Segui il labiale: più-grossa!"); l'autore di molte sceneggiature Robert C. Cooper, che Martin manda via in malo modo: "cosa fai ancora qui? Vai a scrivere!", e del quale compare per un attimo un libro a suo nome intitolato "Rispolvera quella vecchia sceneggiatura e vendila!"; i produttori Greenburg e Wright ("Bell'effetto speciale, ma mi aspettavo meglio" - vedendo passare una vera astronave - "Lo sistemiamo in postproduzione"); e persino Hank Cohen, presidente della Metro Goldwyn Meyer, che osserva saggiamente: "quello che ci vuole per questa serie sono delle aliene sexy".

Gli appassionati delle serie di fantascienza, si sa, sono davvero pignoli, e non perdono l'occasione di far notare gli errori, le discrepanze e le incoerenze o semplicemente le idee stupide che spesso sfuggono agli autori delle serie. Come dice Martin a un certo punto, se per terra ci sono tutti i cadaveri degli alieni uccisi e nella scena dopo sono stati spostati, i fan non te lo perdonano.

Certo, il problema è facilmente risolvibile: basta decidere che le armi aliene se colpiscono una volta stordiscono, se colpiscono due volte uccidono e se colpiscono tre volte disintegrano.

"Vorrei che non lo ripetessi" dice il regista a Martin. "E' una delle cose più stupide che abbia mai sentito." Inutile dire che è proprio così che funzionano le armi Goa'uld di Stargate.