Cosa caratterizza un lettore di fantascienza?

A domanda, il lettore, risponde generalmente "una spiccata apertura mentale".

Va bene, spesso - ma non poi così spesso - i termini usati non sono precisamente questi: a scavare sotto linguaggi tecnici, riferimenti più o meno criptici e una sorta di divertito e autoironico snobismo al contrario, comunque, li si arriva.

Ma sarà poi vero? O la presunta apertura mentale è solo un alibi per abbracciare tutto quanto rientri nella propria, magari un po' bizzarra, sfera di interessi e sdegnosamente rifiutare quanto pare allontanarsi dai suoi canoni? Quante sfere di interesse tra loro in conflitto compongono il pubblico fantascientifico? Quanti gruppi e sottogruppi si guardano in cagnesco piuttosto che godere dei punti di contatto tra i loro simili interessi? Dove è finita la poca apertura mentale necessaria a riconoscere nella narrativa un esercizio, un divertimento, un mezzo di confronto, uno strumento per provare e mettere alla prova quello che non si puo' testare con altri mezzi piuttosto che lo strumento per erigere barricate e confini strenuamente protetti? Non è necessario invocare contaminazioni tra generi, esperimenti stilistici, bizzarrie d'ogni tipo: non è, poi, necessario uscire dal proprio seminato.

E', sarebbe, sufficiente riuscire a trovare anche al di fuori del proprio sottogenere di interesse (che so, l'hard sf, il cyberpunk, la fantascienza letteraria, la fu new wave, Star Trek,... la fantascienza è tutto meno che omogenea e facilmente riconoscibile) qualche motivo di interesse, qualche legame con il proprio gusto, elementi di valore degni di riconoscimento.

Gli appassionati di fantascienza hanno la sceneggiata facile, manie di persecuzione e tendono a sentirsi isolati e osteggiati: ma cosa possono aspettarsi quando sono i primi a farsi la guerra tra di loro? Perché, poi, dovrebbero comportarsi diversamente quando sono gli stessi scrittori o operatori di settore a dare il cattivo esempio? Il noto, be' più o meno, scrittore David Brin che dimostra di non aver mai visto un solo episodio della saga di Guerre Stellari che si sente in dovere di allertare gli spettatori: attenzione alla mistica violenza degli spadoni spaziali! La vostra cultura, la vostra "apertura mentale", il vostro scetticismo scientifico potrebbero vacillare! Editori nostrani in vena di evangeliche guerre, che attaccano a destra - per lo più - e a manca ma che poi si comportano peggio - secondo il loro stesso metro di giudizio - della loro diretta concorrenza: lo show, le invenzioni editoriali, sono da bacheca della storia della fantascienza, le figuracce (vedi chiusure e pseudochiusure), le scenate e le grane con collaboratori e concorrenti un po' meno.

Lettori di narrativa non fumettistica che snobbano i fumetti o si lamentano quando le loro preordinate coordinate risultano fallaci; lettori di fumetti con la puzza sotto il naso ed uno spiccato gusto per il fumetto snob - e un po' copione - che rifiutano quanto non puzzi almeno un pochino di criptico, ermetico e sacrilego; appassionati di serie televisive o cinematografiche che guardano con sospetto e derisione chi osa godere della visione di cicli a loro avversi; appassionati di fantascienza e curatori di collane fantascientifiche che vedono nel successo, una tantum!, del fantasy l'evidente segno del declino morale e culturale dei tempi nostri.

Una bella rissa generale, dove "divergenza" non sta per "finalmente la possibilità di confrontarsi su argomenti interessanti o quanto meno gustosi" ma "diamoci sotto e pestiamo l'infedele".

Il ruolo del fantasy nella narrativa fantastica è argomento che merita d'essere trattato compiutamente ed in maniera estesa, magari da uno dei redattori di Delos.

Di editori e lotte tra, se ne parla già fin troppo.

Pero' vale la pena scoprire qualche cosa del fumetto fantascientifico e dei lettori del fumetto fantascientifico.