Sei fumato duro e tra il casino che fanno sul ferry i vecchietti con la fisarmonica il violino la chitarra appare gelida Dun Laoghaire. Dio, il ritorno da Londra. L'irlandese che hai fatto fatica a pulire a Oxford, nei tuoi soggiorni cretini di studio di "bravo irlandese burino che si avvicina religiosamente alla Grande Cultura Inglese" ti rimbomba ancora una volta nelle orecchie, e non sai se è perché sei fatto o perché effettivamente, sì, be', sei ancora una volta sul tuo fottuto suolo natio.

Scendi e cerchi il treno rugginoso per la stazione Connolly, e stai già pensando alla tua tesi di dottorato e a quell'idiota di O'Shea che fa l'inglese e ti dice: - Sì, la sua idea è stimolante, ma l'atteggiamento scientifico implica il porsi davanti alla materia oggettivamente, spassionatamente, e lei invece sembra quasi credere che la mitologia irlandese abbia addentellati in una realtà non meramente archetipica. Si ricordi che la tesi di dottorato non è un romanzo di fantascienza.

Sali sull'autobus alla stazione Connolly e immagini la tua stanza numero 44 a Trinity Hall, l'edera sul davanzale che avrà cercato di invadere la scrivania, il grande albero che conosci a memoria e il prato a pois di cornacchie. E senti di nuovo voglia di fumare e dimenticare.

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- Certo, il problema delle fate nella mitologia irlandese va esaminato in prospettiva diacronica. No, non è che voglia sostenere assiomaticamente che il mito affonda le radici nella realtà di un universo parallelo... No, cioè sì, ho scritto che è strano che il Book of Kells sia infinitamente più ricco dei contemporanei inglesi. E' vero, "strano" non vuol dire niente. Certo, bisogna documentare. Ma io non ho detto che il fatto che alla signora Doyle scomparve il figlio appena nato fosse da collegare a un intervento soprannaturale... Io... - Be', professor O'Shea, vaffanculo, eh?

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O'Shea e gli altri pensano che sei uno che fuma troppa marijuana. E che legge troppa fantascienza. E che fa sedute spiritiche. E che non dice "sì, signore". E che avendo passato parecchio tempo sulla Grande Isola di Merda crede di potersi permettere certe libertà. E il pub ha un puzzo schifoso di fumo sbagliato, tabaccaccio da quattro soldi e alito di Guinness dappertutto. E sei sempre schifosamente solo, perché Eileen non è ancora tornata dalle vacanze, e comunque chissà se ti ascolta veramente o se fa finta di ascoltarti per farti piacere, come si fa piacere a un pazzo.

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- Il problema sollevato dal neognosticismo ripropone l'antica ipotesi di un mondo spirituale legato in qualche modo alla materia, eppure "esterno" a essa, ipotesi che, essendo propugnata da illustri fisici anziché da alchimisti, ci induce a riflettere sulla famosa idea einsteiniana della realtà non come meccanismo, ma come "pensiero di Dio". E' partendo da questi assunti che ho cercato di suggerire, non già assumere, gli eventuali nessi che la ricchissima mitologia irlandese può avere con il mondo spirituale ipotizzato e... - Ma che cazzo dici? Cancella tutto.

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La devi raggiungere, perché se no diventi davvero pazzo. - A volte - ha detto O'Shea, - è più importante lavorare che pensare. - E tu la devi raggiungere, devi parlare con qualcuno che pensi e non lavori. Non lo diceva anche Oscar O'Flahertie Wilde che è tipico del credo del bottegaio chiederti: - Tu che fai? - al posto di - Tu che pensi?

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