Manierismi e sperimentazione (1990-2002)

I capolavori degli anni Ottanta hanno avuto due conseguenze di segno diverso sui fumetti dell'Uomo-Pipistrello. Da un lato hanno stimolato la DC Comics e i suoi autori a produrre tutta una serie di opere "fuori serie" adulte e innovative con Batman come protagonista. Fra i risultati migliori di questa tendenza devono essere annoverati Arkham Asylum (1989), cupa e allucinata avventura di Grant Morrison e dell'illustratore Dave McKean, e il macabro Batman and Dracula: Red Rain (1991) di Doug Moench e Kelley Jones.

Il rovescio della medaglia è costituito però dal cinismo con cui l'apparato editoriale ha voluto sfruttare il rinnovato successo del supereroe. Dato che il "nuovo" Batman nevrotico e violento sembrava vendere bene, si sono moltiplicate le storie in cui questa rappresentazione veniva esasperata e trasformata in una sterile maniera. L'esempio più clamoroso è il ciclo di storie con cui, nel 1988, si sono descritti il rapimento, la tortura (lasciando intuire possibili violenze di ogni tipo) e infine il massacro del nuovo Robin da parte del Joker. Come nella migliore tradizione delle soap-opera, si è indetto un referendum fra i lettori per stabilire se Robin dovesse sopravvivere o meno, e il responso finale ha deciso (come era prevedibile) per la soluzione più sanguinaria.

Nel 1993 poi, proprio mentre l'apparente "morte" di Superman occupava le prime pagine dei giornali, Batman si trovò confinato su una sedia a rotelle dopo che Bane, un avversario reso super-forte dall'uso di droghe, gli aveva spezzato la colonna vertebrale (come Superman, anche Batman sarebbe presto "guarito").

Gli stessi Frank Miller e Alan Moore hanno voluto dissociarsi da questa proliferazione di storie ripetitive, sensazionalistiche e inutilmente violente. Va detto tuttavia che anche questa moda, rampante per tutti gli anni Novanta, sembra essersi oggi esaurita.

L'interpretazione più in voga oggi, passati i clamori dei film e delle nuove batmanie, è quella che potremmo definire "neoclassica", esemplificata dalla serie JLA (1997-2000) di Grant Morrison e Howard Porter e dall'irresistibile Mad Love (1994) di Paul Dini e Bruce Timm, già ideatori della splendida Batman: The Animated Series per la televisione.

L'Uomo-Pipistrello ha vissuto, nella sua carriera, molte vite e si è prodotto in un gran numero di reincarnazioni. Da oscuro vigilante a eroe per famiglie, da buffa caricatura a vampiro, da maschera di carnevale a maschera tragica. Di sicuro Batman è, tra tutti i grandi eroi dei fumetti quello che più si presta alle rielaborazioni e reinterpretazioni più disparate. E' il segno della fertilità di un archetipo (quello dell'eroe vestito da demone, dell'uomo-bestia, dell'uomo-sciamano) che attinge ai simboli più antichi della nostra cultura per riproiettarli sullo sfondo dei grattacieli. E' la dimostrazione della potenza di un mito che, al di là delle mode e dei cicli storici, prospera da più di sessant'anni.