Quando ricevetti il primo numero di Futuro Europa (che come tutte le pubblicazioni della Perseo Libri di Bologna viene venduta esclusivamente per posta) fu come fare un tuffo nel passato. Avevo in mano un numero molto simile al vecchio Futuro di Aldani, Lo Jacono, Raiola: uguali le dimensioni (239x160), uguale il disegno in copertina di un autore a me sconosciuto. Invece di Rassegna Trimestrale Italiana di Science Fiction, Rassegna Europea di Science Fiction e sotto la testata una piccola aggiunta: Europa. Erano i giorni iniziali del 1989 (la data è Dicembre 1988, ma mi sembra proprio di averla ricevuta a gennaio; la data di registrazione sul Catalogo riporta 31 maggio 1989 che sta ad indicare semplicemente che i dati sono stati registrati nel periodo di passaggio dalla forma cartacea a quella elettronica ovvero ripresi dal Catalogo manoscritto; praticamente i dati caricati nel 1988 ed inizi 1989 riportano questa data, ergo mi devo fidare della memoria. La Libra ed anche la Perseo non sempre fanno coincidere la data di edizione con quella di distribuzione; Malaguti è sempre in lotta con le scadenze e preferisce mantenere fino all'ultimo la data teorica, prima di arrendersi).

Altra differenza il prezzo: dalle 300 lire del 1963 alle 10.000 lire del 1988. Bene, c'era stata un po' di inflazione nel frattempo.

Curata da Lino Aldani ed Ugo Malaguti, lo spirito della Rivista si riallaccia più alle dichiarazioni di intenti dei due curatori rilasciate ai tempi di Nova SF* (1968) che non alla primitiva rivista, ma una notevole continuità esiste. Largo spazio viene dedicato agli autori italiani; gli autori europei sono naturalmente presenti, con l'eccezione di quelli in lingua inglese e spesso alle diverse realtà nazionali vengono dedicate delle rassegne estremamente curate e competenti, che spesso, per noi italiani, sono l'unica occasione di dare uno sguardo su realtà letterarie altrimenti sconosciute.

Il primo numero, in 128 pagine molto dense (ma è il numero più smilzo della serie; gli ultimi superano costantemente le 200 pagine, sempre molto dense. Per intenderci 1 pagina di Futuro Europa equivale a 2 pagine di Urania) pubblica due racconti già editi di Anna Rinonapoli ("Il registratore", Solaris Editrice, 1979) e Renato Pestriniero ("Di alcuni eroi", Nord, 1982) ed inediti di Virginio Marafante e Silvano Barbesti. L'Europa è presente con Alain Doremieux, Karl-Michael Armer e con uno speciale sulla fantascienza allora, ancora cecoslovacca (Ludvik Soucek, Ludmila Freiová). Un numero un po' dimesso tutto sommato e che non faceva ben sperare per un brillante futuro. Eppure nel 1989 escono 4 numeri, seguiti da 2 numeri per ognuno degli anni da 1990 al 1992 e poi tre anni di silenzio nonostante che la qualità dei contenuti della rivista andasse crescendo.

Spesso mi sorge il dubbio che la qualità non paghi a sufficienza.

La distribuzione diretta, in mancanza di un adeguato sostegno pubblicitario, rischia di penalizzare un prodotto anche ottimo. A detta dell'editore la rete sta aiutando un po' la vendita, riaccendendo contatti perduti e procurando nuovi lettori.

Diremmo una bugia se sostenessimo che la rivista sia eccezionale sempre, ma con alti e bassi rimane pur sempre ad un buon livello ed è la maggior fonte su carta di quanto prodotto dagli autori italiani. Ci si lamenta spesso che non ci sia spazio adeguato per gli scrittori italiani (ed una volta era più vero che adesso), ma Aldani e Malaguti questo spazio lo offrono senza restrizioni di sorta (caso raro in Italia dove sembrerebbe che per pubblicare qualcosa si debba essere amici di "qualcuno") salvo che un uso buono della nostra lingua.

Oltre ai due curatori, la rivista ha pubblicato racconti e romanzi dei nostri migliori autori (ovviamente secondo il discutibile parere di chi scrive), oltre a quelli già citati: Donato Altomare, Paolo Brera, Vittorio Catani, Vittorio Curtoni, Francesco Grasso, Mauro Antonio Miglieruolo, Daniela Piegai, Miriam Poloniato, Piero Prosperi, Dario Tonani, Maurizio Viano.

Manca dall'elenco qualche nome di rilievo che probabilmente non ha ritenuto opportuno sottoporre i propri elaborati all Rivista.

Di solito evito di dare i numeri, ma in questo caso mi sembra che sia il caso di fare una eccezione:

nei suoi 30 numeri (l'ultimo, di maggio 2002, porta il 31, ma la rivista ha avuto un numero doppio, il 12/13; qualcuno è superstizioso?) ha pubblicato 353 pezzi (257 italiani, 30 tedeschi, 29 francesi) di 161 autori diversi. Non trascurabile la parte saggistica anche se di livello molto variabile.

Noterella personale. Dal n. 26, con cadenza semestrale, appare a mia cura l'elenco dei libri di Fantascienza, Fantasy & Horror usciti in italiano nel semestre precedente. In un periodo in cui si fa a gara a nascondere le etichette, uno strumento probabilmente utile per gli appassionati che altrimenti rischierebbero di perdere qualcosa.

Collezionismo: quanto vale (collezionisticamente parlando, che sul valore letterario mi sono sbilanciato fin troppo) Futuro Europa?

Non mi pare che abbia un mercato; d'altra parte la collezione completa dovrebbe essere disponibile presso l'editore. Provare per credere.