L'aveva trovato quasi per caso.

Anche gli altairiani avevano aperto un'inchiesta, per scoprire come mai avessero avuto così facilmente buon gioco, e se potevano sfruttare ancora quella tecnica. Xanth fu interrogato; gli mostrarono l'unità centrale della memoria di HAL. Lui presente, ne estrassero la registrazione degli ultimi minuti: recava solo una banale partita a scacchi.

Chissà come si trovava lì, invece di informazioni ben più importanti, e Xanth disse che no, lui non sapeva spiegarselo e comunque non era un esperto di computer, e se loro erano proprio sicuri che fosse la memoria degli ultimi minuti di vita di HAL. Intanto fece scivolare in tasca la partita.

Da allora l'aveva portata con sé. Ma non ne aveva mai parlato a nessuno, o non aveva detto di cosa realmente si trattava.

Tacque, e restammo per qualche minuto immersi nei nostri pensieri.

Credo che vedessimo entrambi la stessa scena, laggiù nello spazio interstellare, molti anni prima. Lui con il ricordo, io con l'immaginazione.

Ci congedammo. Lo ringraziai e gli strinsi la mano con un generico "arrivederci". Mi rispose che forse non ci saremmo più incontrati. Non restava a Rigelville in attesa che la sua nave ripartisse, doveva recarsi all'interno del pianeta per incontrare qualcuno, sarebbe tornato tra molti mesi per un nuovo imbarco. E al suo ritorno, probabilmente io sarei stato via per una delle mie avventure.

* * *

Pochi minuti più tardi mi trovai a camminare con Betty sotto la luce delle due lune di Rigel IV. - Betty - le chiesi - Quando potrò scrivere la tua storia?

- Quando morirò, mio caro. Non vorrai certo raccontare la mia vita prima che sia finita. Ho ancora qualcosa da fare, io. Non hai roba più interessante? La storia di stasera, per esempio.

- Anche per quella devo aspettare - ribattei. - E' vera.

- Certo. Tutte le tue storie sono vere.