L'iniziativa trae diretta ispirazione da quella che Galaxy e If realizzarono nel lontano 1968: furono interpellati numerosi personaggi - soprattutto scrittori - del mondo fantascientifico statunitense, chiedendo loro se fossero favorevoli o contrari al coinvolgimento militare degli Usa nel Vietnam. I risultati apparvero sulle pagine delle due stesse riviste (ne scrivo più dettagliatamente nell'altro mio articolo, in questo numero).

La domanda che abbiamo rivolto a ciascuno dei nostri interpellati è stata la seguente: "Sei favorevole alla guerra in atto nell'Afghanistan"?

La risposta alla domanda doveva essere: "sì" o "no".

Era possibile motivare (brevemente, per ovvie ragioni) la propria scelta.

I nomi di coloro che avrebbero optato per il silenzio non sarebbero stati divulgati.

Ovvio che la situazione politica odierna è molto differente da quella americana di allora; e a sua volta il conflitto afgano ha caratteristiche diverse da quello vietnamita. Qual è stata l'intenzione del nostro sondaggio?

Non certo fare un elenco di buoni e cattivi, o dei buonisti e ipocriti o dei falchi eccetera (le liste di arruolamento o di proscrizione lasciamole a certa stampa, d'altronde ogni lettore saprà farsi la sua opinione), ma sottolineare ciò che dovrebbe essere lapalissiano: gli autori di fantascienza non vivono solo negli universi alternativi delle loro narrazioni; in quanto individui immersi in un preciso contesto storico e sociale sono coinvolti anche in eventi e idee della sfera politica.

E che tutto ciò possa trasparire, in modo più o meno consapevole o evidente, è riscontrabile in romanzi e racconti (al riguardo, rinvio ancora al già citato articolo).

In Italia peraltro il mondo della sf non è vasto come negli Usa; e spesso da noi chi scrive o ha scritto science fiction è - o è stato - anche curatore, o editore, e così via. Pertanto abbiamo ritenuto di interessare al sondaggio, oltre agli scrittori, anche autori di saggistica sf, curatori di collane, editori, organizzatori: insomma la gente che "fa" la nostra fantascienza e in qualche modo la "caratterizza". Abbiamo pertanto compilato un elenco ragionato di nominativi - ottanta, noti o notissimi nel settore - di varia estrazione. Chi usa la posta elettronica è stato contattato via e-mail (72 invii, in data 14 novembre 2001; risposte da far pervenire entro il 21 novembre), gli altri (n. 8) sono stati interpellati per telefono; chiarendo gli scopi puramente conoscitivi dell'iniziativa.

Ecco a voi le cifre del sondaggio.

Sono pervenute n. 60 risposte (75% degli 80 interpellati), articolate come segue:

- SI': 21 (35%)

- NO: 33 (55%)

- NON PRENDONO POSIZIONE: 6 (10%)

Non hanno risposto 20 interpellati (25% degli interpellati).

Dai numeri si direbbe che l'iniziativa sia stata accolta favorevolmente. E in realtà il riscontro è stato quasi immediato. C'è chi ha trovato "inutile" (è un nostro eufemismo...) il sondaggio, molti l'hanno giudicato favorevolmente: noi, a nostra volta - andando oltre le inevitabili analogie tra alcuni pareri - abbiamo trovato interessanti numerose motivazioni, anche di chi ci ha risposto per dirci di... non voler rispondere.

A puro titolo di curiosità riportiamo alcuni dati "esterni".

Votazione in Parlamento sul coinvolgimento dell'Italia nella guerra (mercoledì 7 novembre): Presenti 550 - Votanti 548 - Astenuti 2 - Maggioranza 275 - Favorevoli 513 (93,2%) - Contrari 35 (6,3%).

Sondaggio Cirm-L'Espresso (L'Espresso n. 47 del 22.11.01) sull'entrata in guerra dell'Italia (900 interviste telematiche con tecnologia Eurotop): Favorevoli 46% - Contrari 42% - Senza opinione 12%.

Ed ecco chi ci ha risposto, e "come". L'elenco è in ordine alfabetico.