Scrutai quel volto con maggiore intensità. Non potevo credere a simili sciocchezze... tuttavia... c'era qualcosa negli occhi di quell'uomo che mi mozzò il fiato, qualcosa che potrei definire consapevolezza. Ora compresi il motivo per cui quel volto fosse così famigliare. Era come guardarsi in uno specchio che forniva la propria immagine con una proiezione temporale nel futuro. Era semplicemente assurdo e grottesco come un racconto di Edgar Allan Poe.

- Per cinque anni è andato tutto a meraviglia, - proseguì l'uomo che voleva rubarmi la vita. - Gli indici di ascolto erano più che lusinghieri e le aziende si scannavano letteralmente pur di accaparrarsi uno spazio pubblicitario durante la messa in onda del telefilm. Ma negli ultimi mesi le cose sono cambiate. Sono tempi duri per i duri. Così, abbiamo deciso di terminare la serie...

- ...Facendomi uscire di scena, - conclusi per lui.

- Niente di personale. Abbiamo modificato la sceneggiatura in modo che qualcuno ti ammazzasse nell'ultima puntata. Ma la situazione ci è sfuggita di mano. Per qualche strano motivo, ti sei calato completamente nella parte e hai dimenticato chi sei veramente. George, questa vita è tutta una finzione, e lo spettacolo è finito.

Che cosa fareste se qualcuno bussasse alla vostra porta e vi annunciasse che la vostra vita non è reale, che siete solamente il frutto dell'immaginazione di un altro? Non vi passerebbe per la mente l'idea di sradicargli la testa dal collo?

Ripensai agli ultimi quindici giorni, e ai sei attentati ai quali ero miracolosamente sopravvissuto. Per sei volte mi ero trovato a fissare la Morte nelle sue orbite vuote, ed ero sempre riuscito a scansare i suoi colpi di falce. Evidentemente, non era la prima volta che avevo dovuto affrontare qualcuno disposto ad accorciarmi la vita alle dimensioni di un mozzicone di candela, ma le rivelazioni di Donaldson, ora, gettavano una luce nuova su quei fatti. Gli eventi che avevo vissuto assumevano una grigia sfumatura di ineluttabilità, come se la cappa opprimente del destino fosse sempre lì, pronta a schiacciarmi. - I killer che ho fatto fuori... vorresti farmi credere che...

- Si, George, - dichiarò con un vigoroso gesto di assenso del capo. - Quei killer agivano secondo il copione. Devi renderti conto che la serie è terminata. Devi tornare alla tua vita..

- Quale vita? Io non possiedo altra vita all'infuori di questa, - ringhiai alzandomi di scatto e prendendo a camminare intorno alla stanza. - Io sono un investigatore privato. Questa è l'unica cosa che so fare...

- No, George, ti sbagli...

- E piantala di chiamarmi George! Io sono Jack Warden, hai capito? Jack Warden!.

Donaldson si alzò in piedi e mi fronteggiò. Fu a quel punto che mi resi conto che qualcosa, in lui, stava cambiando. Mi sembrava dimagrito di almeno dieci chili in un solo colpo, e i capelli stavano riacquistando l'antico colore nero. Di più, le parti di cranio scoperte si stavano riempiendo di una fitta peluria scura, simile a lanugine.

E allora compresi. Si stava calando nella parte. La mia parte.

Il mio corpo fu attraversato da schegge di ghiaccio che mi gelarono il sangue. - Tu non stai raccontando balle, - riuscii a gracchiare. - Questa è pura finzione...

- Si, questo non è il mondo reale. Tu non sei altro che un prodotto commerciale, ad uso e consumo dei telespettatori. E ora sei scaduto!.

Il sudore freddo e il senso di gelo che mi attanagliava il cuore furono asciugati da una colata di odio che eruppe come lava incandescente. Io non ricordavo nulla. Per quanto ne sapevo, quella era sempre stata la mia vita. Ero cresciuto in quella città, con due genitori meravigliosi che erano stati assassinati da un teppista quando ancora frequentavo il liceo. Era per questo che avevo scelto di fare l'investigatore privato. Per vendetta. - Ma io ho dei ricordi! La mia famiglia, l'infanzia, la mia prima ragazza... tutto!.