La prospettiva di una catastrofe globale, per quanto spiacevole da un punto di vista pratico per chi si ritrova costretto a perirci tra mille supplizi, è tuttavia uno scenario esteticamente grandioso. Insomma, morire per morire da più soddisfazione trascorrere i propri ultimi attimi nel bel mezzo di uno straordinario cataclisma epocale. Sempre meglio che avvizzire lentamente con l'Alzheimer in un tristo lettino da lungodegenti di uno squallido ospedale qualsiasi. Ma, come si è detto, l'evoluzione procede per le vie ad essa più comode, non per quelle a noi esteticamente più gradevoli. La catastrofe globale è certamente uno sviluppo infinitamente più probabile rispetto a quello della tanto sognata indolore e felice affermazione dei principi di giustizia, intelligenza, buon senso e razionalità in tutto il mondo. Tuttavia, non è detto che ci si debba arrivare, alla catastrofe, e comunque non in tempi brevissimi. Il successo evolutivo dell'umanità potrebbe venire ancora per qualche tempo salvaguardato dalla cenerentola delle virtù umane: la stupidità.

Osservando con occhio disincantato il mondo in cui siamo, non è difficile scorgere ovunque una disperata ricerca di stupidità da parte di un'umanità ancora fin troppo intelligente per sopravvivere a lungo. Nel mondo moderno, gli stupidi sono prolifici, gli intelligenti no. Questo vale sia a livello individuale che a livello globale. Nei paesi in cui si studia di più, ci si riproduce di meno. Inoltre, nei paesi più ricchi, dove si studia di più, si vive tuttavia anche molto più a lungo, cioè si invecchia e si rincretinisce. La longevità nei paesi ricchi serve alla specie soltanto per porre un ulteriore freno all'intelligenza complessiva, intelligenza che la nostra specie spasmodicamente combatte inventandosi addirittura l'Alzheimer, che come si sa è un lento processo di suicidio dei neuroni, che serve a spegnere gli esseri umani senza ucciderli; ogni vecchio che muore libera infatti un posto per un giovane con il cervello fresco, il che non va bene. Molto meglio è mantenere l'ingombro il più a lungo possibile. In ultima analisi, la specie umana sa quello che fa, e quale altra ragione potrebbe avere la specie umana ad abbassare la natalità nei paesi evoluti ed a riempirli progressivamente di vecchi rimbambiti, oltre a quella di porre un freno alle attività dell'intelligenza? Il risultato di tutto ciò è che anno dopo anno il rapporto nel mondo tra individui colti ed intelligenti e persone ignoranti e stupide si sbilancia sempre di più nella direzione dell'ignoranza e stupidità. Ed il nostro sistema politico preferito, la democrazia, sancisce che a comandare sia la volontà della maggioranza, e come abbiamo appena visto la maggioranza degli scemi diventa nel mondo sempre più ampia (non fu d'altra parte Schiller, il poeta tedesco, a chiedersi a tale proposito: quando mai è la maggioranza ad avere ragione?). Inoltre, in un sistema democratico il voto di un mongoloide (o di qualsiasi altro minorato mentale) vale quello di professore universitario, ed anche questo non è casuale. Bisogna solo rendersi conto che il fine della nostra specie è quello di istupidirsi, e poi tutto assume fatalmente una coerenza sublime ed ammirevole. Non è che nei sistemi dittatoriali la situazione sia migliore. Pochi anni fa, i Khmer Rossi sterminarono in Cambogia sistematicamente chiunque fosse sospettato di saper leggere, mentre Hitler, poco prima, dovendo scegliere chi sterminare, prese di mira uno dei popoli più intellettualmente significativi dell'umanità.

Dall' Elogio dell'imbecille, di Pino Aprile: L'intelligenza opera a favore della stupidità e ne alimenta l'espansione. (...) La scintilla del genio brilla per un attimo nell'oscurità. La cultura trasforma quel lampo in luce per tutti. E ne acceca le menti. La ripetizione è un esercizio banale, ma ha un effetto riduttivo per le capacita mentali di chi la pratica. (...) Un colpo di genio portò un uomo eccezionale a scoprire il fuoco; ma a quel falò si scaldarono pure i cretini.