Non tutti ci crederanno, ma nell'arco della mia vita mi è capitato di conoscere svariate persone intelligenti. Alcune di esse (poche), addirittura decisamente geniali. Tuttavia, tanta intelligenza era in quasi tutti questi individui sempre venata da un curioso elemento di intensa e paradossale stupidità: l'incapacità assoluta di analizzare criticamente ed oggettivamente per quello che sono e l'importanza che hanno le categorie dell'intelligenza e della stupidità umana.

C'è un senso di orgoglio tribale di appartenenza, per il quale le persone intelligenti sono quasi sempre fiere ed orgogliose della loro intelligenza, proprio come gli italiani sono fieri di essere italiani, i tedeschi sono fieri di essere tedeschi, i russi fieri di essere russi, e così via. Ben poche persone intelligenti rinunceranno a valutare la propria intelligenza come una qualità essenzialmente positiva, né accetteranno di considerare la stupidità umana come una qualità importante come e più dell'intelligenza per gli equilibri del mondo. Al contrario, pensatori, filosofi ed intellettuali indulgono volentieri al romantico pensiero che il cammino dell'umanità sia un tormentato, ma nobile, pellegrinaggio dalle millenarie tenebre dell'ignoranza, della stupidità e dell'oscurantismo verso un radioso futuro di illuminato progresso ed intelligente ed armoniosa civiltà. Ma quando? Ma dove? Ma perché? Questo sogno (oserei dire questa allucinazione), trova scarsissimi fondamenti e ragion d'essere di fronte ad un osservazione appena più accurata della realtà.

Se la stupidità fosse così nociva per la società umana, perché mai esisterebbe ancora? Ed in tale soverchiante quantità? E se l'intelligenza fosse così utile, perché in giro non ce n'è di più? La natura non è né buona né malvagia, ma è per definizione efficiente. Contrariamente alla convinzione degli intellettuali benpensanti, noi viviamo nel migliore dei mondi possibili. A tale proposito vi consiglio il celebre discorso di Metz di Philip K. Dick, Se questo mondo vi sembra brutto, dovreste vedere qualcuno degli altri. I mondi migliori, che pure siamo in grado di immaginare, semplicemente non sono possibili, almeno nel momento in cui li immaginiamo, altrimenti esisterebbero già. Immaginare un mondo migliore può servire a creare le condizioni affinché esso divenga possibile, oppure no.

La maggior parte degli esseri umani sono stupidi. Le persone intelligenti sono una microscopica minoranza, ed anche nelle persone intelligenti i momenti di stupidità abbondano. Direi addirittura che anche le persone intelligenti sono piuttosto stupide per la maggioranza del tempo, e si distinguono dalle persone completamente stupide solo per i temporanei stati di grazia nei quali la loro intelligenza (o il loro genio) si manifesta per brevi periodi; nel resto del tempo, le persone intelligenti vivono di rendita sfruttando al meglio i momenti felici nei quali la loro intelligenza ha prodotto qualcosa, limitandosi a credere più o meno ciecamente (quindi stupidamente) ciò che in fasi precedenti la loro intelligenza o il loro genio li ha condotti a comprendere. Tutto ciò non può essere un caso. L'onnipresente stupidità non può essere un mero incidente di percorso. Tutto ciò che esiste ha una sua precisa ragion d'essere in quel mirabile ingranaggio di equilibri tra gli elementi del mondo che noi chiamiamo la natura. Quindi la stupidità non è semplicemente assenza di intelligenza. La stupidità è una qualità che ha un valore ed un'utilità di per sé. Un'utilità che - viste le proporzioni - deve per forza essere molto più importante di quella rivestita dall'intelligenza. In altre parole, senza intelligenza il genere umano può sopravvivere benissimo, senza stupidità esso è destinato ad estinzione immediata.