"Ci sono i soldi per fare buone cose". Sono state queste le parole di Michael Griffin, dopo aver visitato almeno sette centri spaziali da quando è stato nominato a capo della NASA in marzo. Durante una visita di due giorni a un centro di addestramento, Griffin ha parlato con gli astronauti, i direttori di volo e altri responsabili, dichiarando che l'agenzia sta ricevendo un flusso di finanziamenti che, se si facesse un confronto con le opportune correzioni dovute al tasso di inflazione, sarebbe comparabile ai fondi messi a disposizione della NASA all'epoca del Programma Apollo (a cavallo tra gli anni '60 e i primi anni '70). "Scoprireste che la NASA ha ricevuto negli ultimi 16 anni finanziamenti pari ai suoi primi 16 anni di vita" ha detto Griffin. "A mio giudizio, di questo passo possiamo tornare sulla Luna. Possiamo anche andare su Marte. Non possiamo farlo subito, con la velocità del Programma Apollo, ma raggiungeremo questi obiettivi". Tom Delay, nuovo amministratore della NASA e parlamentare repubblicano del Texas, ha detto che l'agenzia resta una priorità anche in tempo di guerra e tagli alle spese. "Forniremo i fondi necessari per andare fin dove vogliamo spingerci", ha detto il leader della maggioranza. "E speriamo di farlo in modo spedito". La flotta di shuttle della NASA è ormai ferma a terra dal 2003, quando un imprevisto al lancio danneggiò il Columbia causandone l'esplosione al rientro nell'atmosfera. Nell'incidente, come voi tutti ricorderete, perirono tutti e sette i membri dell'equipaggio. L'agenzia confida di tornare nello spazio con lo shuttle Discovery, il cui lancio è previsto per la metà di luglio dopo che la partenza è già slittata tre volte. Il nuovo amministratore ha detto di non vedere ragioni per cui la missione del Johnson Space Center debba subire ulteriori ritardi, e spera di conservare in futuro l'equilibrio tra le missioni spaziali automatizzate e quelle umane. "Se chiedete a chiunque in questo paese, 'Credi che gli Stati Uniti possano cedere la Luna, per dire, ai Cinesi, agli Europei o ai Russi?' scommetto che la risposta che otterrete sarà 'No'" ha detto Griffin. Secondo il capo della NASA la maggioranza della gente "vuole essere sicura che quando l'umanità di espanderà nello spazio, gli Stati Uniti saranno in prima linea." E ha concluso: "Questo è il motivo per cui quello che stiamo facendo è importante. Ha a che fare con la destinazione degli uomini, con quello che faranno lì fuori e cosa questo significherà per il futuro della razza umana".