Per la prima volta nella storia dell'Umanità, un manipolo di uomini parte da Marte a bordo di una nave spaziale con lo scopo di esplorare i sistemi planetari delle stelle vicine: Alpha Centuri, Tau Ceti, Epsilon Eridani. E questo sarebbe sufficiente per farne una vicenda di proporzioni epiche. Ma l'esplorazione è come il destino, ti riserva cose che non puoi immaginarti, svolte inattese, enigmi che non possono essere ignorati. Così, il programma prestabilito non viene mantenuto e la missione prende una direzione nuova, che conduce l'equipaggio a confrontarsi con un universo oscuro e con i fantasmi di ciò che, per effetto del viaggio, è ormai distante nello spazio e nel tempo. E' questo un assaggio della trama di Oltre il pianeta del vento, romanzo vincitore del Premio Urania 2004 già annunciato con il titolo La scala infinita, ma modificato per ragioni editoriali, e uscito da qualche giorno in edicola nell'omonima collana edita da Mondadori. Ad aggiudicarsi il premio una "vecchia" conoscenza del panorama fantascientifico italiano, Paolo Aresi, già apprezzato in Oberon l'avamposto tra i ghiacci (Nord, 1987) e Il giorno della sfida (Nord, 1998). Con questa nuova storia, quasi un seguito ideale del suo romanzo del '98, Aresi si conferma una delle voci migliori del panorama nazionale, soprattutto per la capacità non comune di saper guidare la sua fantascienza nella direzione più squisitamente classica e, per questo, più autenticamente apprezzabile e dimostrando così che la fantascienza italiana può dire la sua con autorevolezza anche su questo fronte. Se da un lato solide basi scientifiche e tecnologiche mantengono il lettore "con i piedi per terra", dall'altro la prosa e i personaggi di Aresi gli fanno spiccare il volo sulle ali del sense of wonder, fino a portarlo all'empatia con quel mistero ultimo in cui l'uomo vive immerso e del quale il cielo stellato è lo specchio senza margini. Ed è proprio qui che l'autore dà il meglio di sé, seguendo le orme dei grandi classici dell'avventura spaziale alla Simak e Bradbury. L'itinerario di Estevan e gli altri non è quindi solo uno straordinario ma credibile viaggio spaziale, ma anche il percorso di un uomo all'estrema ricerca di se stesso, come se solo alla sommità di una scala senza fine, l'uomo possa trovare i pezzi di quel prodigioso puzzle che sono l'intelligenza, la vita, l'amore.