Quando le leggi della fisica si basano su calcoli che portano a deduzioni che portano a nuovi calcoli, senza l'elemento probante dell'osservazione, capita di prendersi un abbaglio. Può sembrare strano, ma stavolta ad "abbagliare" è stato il più nero e misterioso dei corpi celesti, lo stesso che per definizione non rivela mai niente di sé, nemmeno la luce. Stiamo parlando di buchi neri e della teoria ormai trentennale di Stephen Hawking, il più grande fisico astronomico vivente. Una teoria audace, in grado addirittura di sfidare le nuove regole della meccanica quantistica. In prossimità di una singolarità del genere, spiegò Hawking nel 1976, le leggi della fisica che conosciamo non sono più attendibili. In nessun altro modo si poteva accettare il paradosso secondo cui le radiazioni emesse da un buco nero, le stesse che ne causavano la perdita di massa, non contenessero informazioni circa la materia da cui traevano origine, con la conseguenza "assurda" che un buco nero potesse dissolversi nello spazio senza lasciare alcuna traccia della propria esistenza. In natura nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, è la prima legge che si impara a scuola. Possibile che i buchi neri fossero immuni a questa grande verità universale? Hawking andò addirittura oltre, giustificando lo strano rapporto tra tempo e entropia in presenza di buchi neri, e di come anche la seconda legge della termodinamica cedesse il passo di fronte a queste voragini cosmiche. Tutte queste teorie, al limite della fantascienza e forse oltre, sono racchiuse nell'incredibile Dal Big Bang ai buchi neri - Breve storia del tempo, il bestseller venduto in oltre cinque milioni di copie. Ora però Stephen Hawking, che ricordiamo quasi completamente paralizzato a causa di una grave malattia neurologica, sembra aver corretto il tiro e ne parlerà mercoledì prossimo (21 luglio) a Dublino, durante una conferenza. L'organizzatore Curt Cutler, fisico dell'Istituto Einstein di Golm, in un'intervista al settimanale New Scientist ha dichiarato: "Non ci ha mostrato niente di scritto, ma sulla base della sua grande reputazione lo abbiamo inserito all'ultimo momento nella lista dei relatori". Il messaggio di Hawking diceva semplicemente: "Ho risolto il paradosso dei buchi neri e vorrei parlarne".

Cresce l'ansia di tutti gli appassionati di fisica astronomica, quindi, in attesa di quella che potrebbe rivelarsi una grande scoperta, un nuovo passo in avanti verso l'esplorazione del fenomeno che più di ogni altro ha scatenato la fantasia dei grandi autori di fantascienza di tutti i tempi, che attraverso i buchi neri hanno dato vita a storie entusiasmanti su viaggi nel tempo e nell'iperspazio. Storie che hanno accompagnato l'immaginario collettivo durante tutto il ventesimo secolo che portano la firma, tra gli altri, di Carl Sagan e Isaac Asimov, uomini sempre in bilico tra scienza e fantascienza, di Douglas Adams e Fredric Brown, che ne hanno descritto il lato comico, fino ad arrivare al più attuale Michael Crichton.