Scegliete un pezzettino piccolo di cielo, dove sembra proprio che non ci sia niente di niente. Diciamo un'area quadrata di lato pari a un decimo del diametro della Luna piena, nella direzione della costellazione della Fornace. In quella zona gli oggetti appartenenti alla Via Lattea sembra proprio che non ce ne siano, o se ci sono, sono solo una manciata molto debole, tale comunque da non disturbare l'osservazione. Puntategli poi due degli strumenti più sensibili dell'Hubble Space Telescope: l'ACS (Advanced Camera for Surveys), la camera digitale sensibile alla luce visibile, e la NICMOS (Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer), la camera digitale sensibile alla luce infrarossa, nonché spettrometro. Infine eseguite un'esposizione lunga, anzi, molto lunga. Prendiamo, per amore di esattezza, un tempo pari a un milione di secondi. Ciò significa che l'occhio del telescopio dovrà raccogliere i fotoni provenienti da quella remota porzione di cielo per quasi undici giorni e mezzo. Ovviamente, poiché il telescopio orbita intorno alla Terra, non è possibile mantenere costante l'allineamento verso quella ragione di spazio, per cui sarà necessario suddividere l'esposizione totale in più esposizioni, intervallate a diversi giorni di distanza a seconda della posizione del telescopio e del programma di osservazione. Alla fine ci vorranno quasi quattro mesi per compiere 800 esposizioni nel corso di 400 orbite per ottenere l'esposizione totale desiderata di 11,3 giorni complessivi. Ma il risultato rischia di essere qualcosa che davvero nessuno ha mai visto prima. E questo è proprio quello che, utilizzando l'Hubble Space Telescope, gli astronomi dello Space Telescope Science Institute hanno fatto tra il 24 settembre 2003 e il 16 gennaio 2004 e i cui straordinari risultati sono stati resi pubblici qualche giorno fa. Ciò che ne è scaturito è la visione dello spazio ultra-profondo, distante 13 miliardi di anni luce, ovvero la configurazione del cosmo com'era 13 miliardi di anni fa, solo pochi milioni di anni dopo il Big Bang. E, solo in quel pezzettino di cielo, si vedono già migliaia di galassie, si parla di quasi 10.000... L'immagine risultante, che potete vedere qui a fianco, ma che vi consigliamo di andare a guardare nel formato più grande (imgsrc.hubblesite.org/hu/db/2004/07/images/a/formats/print.jpg), comprende galassie di diverse epoche, dimensioni, forme e colori. Le più piccole e rosse, circa un centinaio, sono tra gli oggetti più distanti che si siano mai visti ed esistevano già quando l'universo aveva solo 800 milioni di anni. Secondo le stime, le galassie più vicine, ovvero le più grandi e brillanti, ellittiche e a spirale, sono invece l'immagine di un universo vecchio di un miliardo di anni. Ma ci sono anche molte galassie dalle forme diverse e insolite, molte delle quali interagenti e specchio di un universo più giovane e caotico di quello ordinato e strutturato cui siamo abituati ora. Nell'immagine, lo spettro visibile è rappresentato dai colori verde e blu, mentre il rosso corrisponde alla frequenza della luce infrarossa.