Delos 32: Analisi del Quinto Elemento

analisi del

quinto elemento

I film americani fanno divertire, i film europei fanno discutere. Come già era accaduto lo scorso anno con Nirvana, anche Il Quinto elemento, il colossal fantascientifico francese di Luc Besson, ha sollevato fra gli appassionati e gli addetti ai lavori un'ampia discussione. Sembrano prevalere, bisogna dire, i pareri negativi, ma a noi appare certo che un film che fa parlare di sé ha certamente colpito più a fondo di un altro che magari incassa molto ma viene subito dimenticato. Noi riportiamo alcuni interventi che ci sono sembrati sollevare punti interessanti.

da moebius a bessondi Francesco Grasso

Un generoso (e dispendioso) omaggio al fumetto francese. E' questo il giudizio più adeguato (e chissà, forse anche il più lusinghiero) che si possa formulare nei riguardi de Il Quinto Elemento, il nuovo film di Luc Besson (già regista di Nikita e Leon).

Il tributo ai virtuosi del disegno fantastico transalpino è non solo il tratto più saliente della pellicola ma, in verità, anche il più riuscito. Il film di Besson, difatti, è caratterizzato soprattutto dalla fotografia (curatissima), dalla scenografia (mirabile nei panorami della megalopoli), dai costumi e dalle invenzioni visive: saturazione e contrasti cromatici, insistenza quasi ossessiva delle tinte arancioni e azzurre, un'aria post-barocca sapientemente compiaciuta come sul grande schermo non si vedeva dai tempi di Flash Gordon.

Tutti gli elementi citati richiamano alla memoria con grandissima efficacia le matite e gli inchiostri di Moebius e Corben, celeberrimi disegnatori francesi. Ma non basta: per i più distratti, Besson infarcisce il suo film con citazioni ancor più evidenti, dal nome del protagonista (Corben Dallas) all'idea stessa alla base dell'opera (nient'altro che il soggetto de L'Incal, il capolavoro di Moebius).

E' un esercizio interessante elencare i punti di contatto tra L'Incal e Il Quinto Elemento: in entrambe le opere, un globo oscuro d'origine sconosciuta minaccia l'universo; ne Il Quinto Elemento l'entità maligna che si nasconde dietro la minaccia ha nome Shadow, ne L'Incal è chiamata Tenebra. in entrambe le opere, per contrastare il Male si risvegliano arcani poteri dall'origine mistico/religiosa, dormienti da millenni, e viene generato un essere supremo, creato geneticamente privo d'imperfezioni: nel fumetto si tratta dell'androgino Solune, nel film della sexy (e più cinematografica) Lilù. in ambedue le storie giocano un ruolo chiave sacri oggetti millenari, per il cui possesso ci si scanna allegramente (l'Incal nel fumetto, le Pietre degli Elementi nel film). esiste una corrispondenza quasi "uno a uno" tra i personaggi della pellicola e quelli dell'opera di Moebius: dal "cattivo con calotta cranica e benda sull'occhio" (Zorg nel film, il TecnoPapa nel fumetto), sino al giornalista/presentatore iperkitch idolatrato dal pubblico femminile (Diavaloo nel fumetto, il deejay nero nel film).

L'omaggio a Moebius, certamente, può rendere la pellicola di Besson apprezzabile a chiunque sia amante del fumetto francese. Ma, tolte le citazioni, cosa resta?

Non certo una grande recitazione: l'interpretazione di Bruce Willis non si discosta dagli standard dell'attore americano, ormai specializzatosi nelle parti da "eroe sanguinante". Di lui ormai, come del buon Clint Eastwood, si può dire che sia capace soltanto di due espressioni: con canottiera e senza. Lo stesso Gary Oldman (nella parte di Zorg) appare decisamente sotto tono rispetto all'interpretazione superba donataci in Leon. La sua indiscussa abilità nei ruoli da villain questa volta viene in gran parte vanificata dagli aspetti ridicoli imposti al suo personaggio: Zorg viene tratteggiato allo stesso tempo come un gigante maligno e come un pagliaccio, e il contrasto non può che disturbare lo spettatore.

Neppure i dialoghi sono degni di menzione: con rare eccezioni risultano mediocri, banali, piatti, ben diversi dagli spunti geniali e frizzanti cui Besson ci aveva abituato in Nikita e Leon. La stessa sceneggiatura è, in definitiva, insoddisfacente: spiegando ogni retroscena all'inizio della vicenda, essa toglie ogni mordente alla pellicola. Lo spettatore, semplicemente, ha tutto chiaro sin dai titoli di testa: nessuno spazio per il mistero, colpi di scena esclusi a priori, tutto scorre alla perfezione verso la conclusione più scontata, dove i buoni trionfano e l'eroe finisce a letto con la bella di turno.

Allora, cosa resta? Un buon ritmo, forse. Azione continua, nessun calo narrativo. Effetti speciali di ottimo livello. Almeno una scena di grande suggestione cinematografica: l'aria dalla Lucia Di Lammermoor eseguita dalla cantante lirica aliena mentre tra le quinte sta per scatenarsi l'inferno.

Un po' poco, diciamolo. Il Quinto Elemento, in conclusione, sembra essere per Luc Besson, se non un passo indietro, quantomeno una deviazione dal cammino artistico che egli aveva intrapreso (e per cui tanto lo avevamo ammirato).

Per noi, invece, il film costituisce motivo di riflessione: vale davvero la pena compiangere le poche opportunità offerte al cinema europeo se poi, quando queste opportunità (leggi soldi) vengono fornite, tutto ciò che si riesce a produrre è una copia conforme (leggi promozione martellante, effetti speciali per coprire i buchi della trama, scazzottate e inseguimenti automobilistici) del cinema americano?

Ai posteri la sentenza...

ridatemi balle spazialidi Paolo "Grog" Grasso

Ebbene, non mi è piaciuto. L'ho trovato di un artificioso ed inverosimile a volte veramente irritante. Francamente non stava in piedi.

1) Prima di tutto perché chiamarlo Il quinto elemento? Non potevano chiamarlo semplicemente L'Incal? In fondo il succo era quello, porca miseria c'era pure Diavaloo!

2) Già il film comincia male. Dopo solo dieci minuti un personaggio fa notare che il suo sensore misura una temperatura di -5000 gradi!! Siamo a livelli di Ian Solo e della rotta di Kessel in meno di 12 parsec. Mi agito irrequieto sulla poltrona e decido di pazientare.

3) I tizi trovano nel relitto dell'astronave schiantata una mano, fanno un'analisi genetica e ricostruiscono il corpo completo, vabbé, fin qui ci siamo, a Jurassik Park hanno fatto di peggio, però la stangona rossa che ne viene fuori conserva la memoria! E come accidenti fa? Aveva pure la memoria nel DNA? E poi, perché preoccuparsi per la sua fuga? Avevano la mappa genetica, potevano sempre ricostruirne un'altra, o no?

4) Ad un certo punto Gary Oldman riceve una telefonata da un misterioso signor Shado, o meglio Shadow-Ombra (il personaggio corrispondente nell'Incal si chiama Tenebra) che non è altro che il misterioso globo di fuoco invulnerabile. Come accidenti fa a chiamare Oldman al telefono? Ha un cellulare incorporato? Usa il satellite della TIM?

5) Sembra che questo Shado abbia promesso dei soldi a Oldman (oltre che minacciarlo di morte), e come avrebbe fatto a pagarlo? Possibile che Oldman non gli abbia chiesto nemmeno un anticipo?

6) In tutto l'universo conosciuto solo Bruce Willis ha due biglietti per il viaggio in crociera. Tutti cercano di rubargli i biglietti e partire al posto suo, anche Oldman che non ne avrebbe bisogno (infatti poi arriva sull'astronave da crociera con la sua navetta).

Possibile che non fosse possibile procurarsi in altro modo i biglietti? Gli alieni con la faccia da mastino napoletano non si fanno problemi a massacrare un sacco di persone, non possono trovare qualcun altro in partenza e rubargli il biglietto? E come fanno alla fine a salire sull'astronave con tutte le armi senza che nessuno si accorga di niente?

7) Ottimo il piano del Prete: imbarcarsi con la rossa, incontrare la cantante, recuperare le pietre, e poi? Come avrebbe fatto per arrivare in Egitto? Sperava nella Provvidenza? La cantante azzurra aveva ingoiato le pietre, sperava di recuperarle per vie ehm.. naturali?

8) Oldman arriva sull'astronave, fa un macello, arraffa la cassa, piazza la bomba e se ne va indisturbato, ma almeno ti vuoi fermare un attimo a guardare cosa c'è nella cassa? Ma sei proprio un imbecille allora! Cosa c'è nella cassa che Oldman ha rubato? I dieci chili di dolce euchessina che servivano alla cantante azzurra per recuperare le pietre?

9) Che fine ha fatto l'alieno "buono" che all'inizio del film rimane chiuso all'interno del tempio? Resta insieme a Luke Perry a guardare per trecento anni tutte le puntate di Beverly Hills?

Vabbé basta. Ridatemi Balle Spaziali...

molto meglio leondi Donato Rotelli

Che delusione! Da Luc Besson, sinceramente, mi aspettavo di più.

Non che sia brutto, o realizzato male, no. E' che non è Leon. Non è neanche Nikita. E' il classico film che ti fa passare quelle due ore piacevoli, ti fa fare quattro risate (be', molte di più di quattro, lo confesso), realizzato anche ottimamente. Un capolavoro, rispetto a ID4, o a Stargate (è vero, anche noi - io e un paio d'amici - abbiamo pensato a Stargate per la parte in Egitto. E a Guerre Stellari. E anche a Blade Runner).

Ci sono diverse trovate da film di serie B (o anche Z), tipo la frontiera delimitata da lanternine rosse, oppure le assurdità che escono dalla scrivania del cattivone quando si affoga con la ciliegia. E questo non lo dico come critica, personalmente le ho trovate geniali! E parlando di idee geniali, come non citare quella delle sigarette con sette centimetri di filtro e uno di tabacco? Sembra uno scherzo, ma è così che si andrà a finire, stando a ciò che accade in America...

Poi c'è la protagonista, che è la classica ragazza di Besson, e badate, questo è il più grande complimento che posso fare a una ragazza, io adoro le ragazze di Besson! Bellissima e bisognosa d'aiuto, recita sempre nello stesso modo (mi sa che anche la doppiatrice è la stessa, da quel poco che parla...), piange allo stesso modo... sembra quasi la stessa attrice! (anche questa non è una critica).

Gary Oldman... Be', Gary Oldman quando minaccia il prete gli dice "Scommetto che sei un fan di Mozart". O forse mi confondo con un altro film?... No, in realtà la sua interpretazione da un fortissimo senso di deja vu, ci si aspetta da un momento all'altro che ingoi una pasticca con l'aria di chi deve andare urgentemente al bagno... Che Luc Besson ce lo veda particolarmente bene nel ruolo del pazzo? Ma anche qui, niente di male, in effetti Oldman lo sa fare davvero bene il pazzo.

E allora? Perché il film mi ha deluso tanto?

Bene, c'è questo Male Assoluto, un "pianeta cattivo" o qualcosa del genere che è talmente cattivo che ha deciso di distruggere l'umanità.

Ma c'è una speranza, per noi Poveri Mortali: un'Arma Finale che viene messa in funzione con quattro pietre rappresentanti gli elementi, più un Quinto Elemento. Quale sarà mai questo Quinto Elemento? Ma la protagonista! Vabbe'... e come si attiva questa Arma Finale? Ah, qua sta il bello! (chi non volesse conoscere il finale salti questa parte): il Male Assoluto potrà essere sconfitto solo grazie alla Forza dell'Amore! (e che è, Sailor Moon?).

Bah!

E dire che gli spunti c'erano; per fare un esempio: quando Lilù vede scorrere le immagini della guerra sullo schermo del computer, e si chiede che senso abbia salvare gli umani, se essi sanno solo autodistruggersi, si poteva approfondire la psicologia della protagonista (oppure un bel finale a sorpresa: "Che senso ha salvare gli esseri umani? Che muoiano!" - BOOM! - Fine).

Ecco, il punto di forza degli altri film di Besson, Leon soprattutto, è l'ampio spazio lasciato alla vita quotidiana dei personaggi, la loro psicolgia... niente nel Quinto Elemento tutto è sacrificato alle grandi scene d'azione, effetti speciali e gag a raffica. Non che in sé la cosa sia male, ripeto.

Non è un brutto film: è un film deludente.

Un consiglio: se vi va di passare una serata in allegria, andate a vedere Il quinto Elemento, ma se volete vedere un Vero Capolavoro noleggiate Leon. Ne vale molto di più la pena.

scenografie straordinariedi Silvio Sosio

Credo di aver capito che se il regista del Quinto Elemento fosse stato, che so, Steven Spielberg o George Lucas, tutti avrebbero gridato al miracolo: "perdiana! un film di Spielberg [o Lucas] spettacolare come suo solito - o di più - ma con dentro un sacco di idee!"

La sfortuna di Besson, in questo caso, è quella di aver fatto due film relativamente simili fra loro, Nikita e Leon, e quindi essersi costruito addosso uno stereotipo. Un po' come vedere Leonard Nimoy in un telefilm di Colombo e aspettarsi per tutto il film che riveli le orecchie a punta, per poi dichiararsi delusi dalla puntata di Colombo perché Nimoy non aveva le orecchie a punta. Non so se mi spiego.

Non sostengo che Il Quinto Elemento sia un film perfetto. Come era già accaduto con Nirvana oscilla troppo vicino alla burla, il che a un film di fantascienza tende a nuocere se non viene fatto con il massimo della cura. Perché lo spettatore deve già "sospendere l'incredulità" come richiesto dal genere fantascienza, e la farsa lo rende più difficile.

Dà anche un po' fastidio, in effetti, questa sorta di smanceria finale sull'amore che salva il mondo; ricordiamoci, però, che tutto sommato è sempre lo stesso messaggio che già c'era in Nikita e Leon.

Per il resto, Il Quinto Elemento offre delle scenografie, dei paesaggi futuristici, che danno la paga di santa ragione a qualunque cosa sia stata prodotta fino a oggi, Guerre Stellari compreso per ciò che riguarda la spettacolarità, Blade Runner compreso per quanto riguarda l'originalità. I paesaggi di New York col traffico aereo tra le vie sono straordinari, e qui mi manca davvero la possibilità di usare un corpo 128 e un Futura ExtraBold bordato e ombreggiato per rendere meglio l'idea.

L'uso dei colori è molto caratterizzante: se lo avete notato in tutto il film domina il motivo del contrasto tra azzurro e arancione.

Come nei film di Spielberg, non si fanno aspettare le citazioni e i referimenti alla storia dell'action movie e della fantascienza degli ultimi anni, da Guerre Stellari, a Stargate, ma anche da James Bond a Bruce Willis, che è citazione di se stesso.

Infine, un'ultima nota: ci sono tante idee in questo film che a Hollywood ne avrebbero fatto almeno un ciclo in tre trilogie...

la lingua di lilùdi Daniele Di Mauro

Nel film si respira un aria da Vecchio Testamento, in più mi è parso che Lilù abbia detto una serie di parole appartenenti a lingue diverse tipo "domo" che significa grazie in giapponese o "tac" che significa sì in polacco. Inoltre Lilù si risveglia dopo cinque mila anni e il Vecchio testamento parla di Babele: prima della sua costruzione tutti gli uomini parlavano a stessa lingua. Questo magari potrebbe significare che Lilù parla quella lingua universale e quindi tutte le lingue di oggi deriverebbero dalla sua; per un essere perfetto (quindi di intelletto notevolmente superiore) non dovrebbe essere difficile risalire, tramite l'etimologia, al significato della parola.

uno spreco di mezzi?di Maurizio Nati

Sono uscito molto perplesso. Bello per gli occhi, un po' meno per le orecchie, con un Dolby da stordire.

La prima impressione è che si tratti di un film di un autore che ha visto molta SF americana degli ultimi anni (Guerre stellari, Star Trek, Blade Runner, Total Recall e forse qualche altro) e che ne ha voluto riproporre una versione molto personale. Un approccio non serio, dunque, ma ondeggiante fra umorismo, satira, farsa e grottesco, senza che emerga una linea predominante. Scegliendo per di più un Bruce Willis che è troppo John McClane. E così ne viene fuori un film discontinuo, confuso, con molte pretese ma poca sostanza. Sostanzialmente irrisolto. Con in più il difetto di volersi distanziare da un genere riproponendone però tutto l'armamentario ormai consolidato (effetti, effettoni, effettacci). E quell'insopportabile happy end (amor omnia vincit) che Besson poteva francamente risparmiarsi (e risparmiarci). E poi quella Lilù che sembra tanto Pris di Blade Runner (ma che altra levatura, il personaggio di Scott). E quella galleria di personaggi assurdi che non si sa perché stiano lì.

Stendo un velo pietoso sulle numerose incongruenze di cui il film è infarcito. A un buon film di SF perdono pure la mancanza di logica e di chiarezza.

La cosa più bella è la voce della cantante d'opera, ma quella non è merito suo (né tantomeno di Besson).

Insomma non è un film da prendere sul serio, e questo lo capisce pure un bambino. Però non è neanche una favola, né un puro divertissement, né una dissacrazione, né una rivisitazione con gli occhi di un europeo. Fa sorridere ogni tanto, ma è un po' poco. Mi sembra uno spreco di mezzi per un risultato francamente inferiore alle aspettative.

fantascienza o fantasy?di Giorgio Leonardi

Tornato a casa mi sono riletto tutti i vecchi messaggi che avevo lasciato da parte ed ho notato, oserei quasi dire come al solito, una lunga lista di assurdità, errori, imprecisioni, ecc.

Allora mi sono chiesto: ma quanti film sono esenti da queste pecche?

Ho fatto un rapido ripensamento a centinaia di film e non me ne è venuto in mente nessuno di cui si potesse dire con certezza che non aveva incongruenze o cose simili.

Inoltre mi sono chiesto: ma che tipo di film voleva essere?

Secondo me voleva essere un film per tutte le stagioni, cioè un film che potesse attirare un pubblico diversificato in modo da accontentare sia tutta la famiglia che gruppi di amici con gusti diversi.

Ed ecco che salta fuori un film di azione (ripensate un po' ai vari film di Bruce Willis e ditemi in quali di essi non ci sono una serie di imprese che nemmeno superman riuscirebbe a fare: forse che ad esempio in 58 minuti per non morire voi avete controllato che tutto quello che succedeva fosse coerente o vi siete semplicemente fatti prendere dalla sequenza di immagini?), un film umoristico, un film sentimentale, ecc.

Inoltre era talmente pieno di idee che, come ha detto qualcuno, per svilupparle tutte ci sarebbe voluto un serial televiso di almeno una trentina di puntate.

Se avessi voluto avrei potuto aggiungere altre incongruenze ma penso che il film vada visto per quello che è, non per quello che avremmo voluto che fosse: forse non sarà un capolavoro che resterà agli annali come Blade Runner o 2001 Odissea nello spazio, ma secondo me il suo scopo è di farci vedere dell'azione ambientata in un mondo del futuro che tutto sommato affascina: insomma il classico sense of wonder senza preoccuparsi tanto delle giustificazioni.

Questo mi fa ricordare una mia piccola polemica con Silvio: è fantascienza o fantasy? In fin dei conti c'è la classica battaglia fra il bene ed il male, tema classico della fantasy; inoltre non mi pare che venga spiegato cos'è, da cosa salta fuori questo quinto elemento, ne tanto meno cos'è quel misterioso pianeta e perché torna esattamente ogni 5000 anni (con precisione al secondo). E tante altre cose non vengono spiegate e non puoi cavartela dicendo che sono cose classiche della fantascenza.