Delos 32: Memories of green Memories of green

di Vittorio Curtoni

curtonicon e dintorni

Non sappiamo se Delos sia entrato nella storia della fantascienza italiana, ma sicuramente la storia della fantascienza italiana è entrata in Delos. Vittorio Curtoni, già direttore delle mitiche riviste Robot e Aliens - e comunque un bel po' mitico già di suo - ha accettato di portare sulle nostre pagine una collezione di gustosi aneddoti del fandom e dell'editoria italiana. Ah, per sua volontà, il sottotitolo di questa rubrica è "i farneticanti ricordi del vecchio Vic". Almeno sapete cosa aspettarvi...

Vi siete lustrati gli occhi (si fa per dire) sulle fotografie che accompagnano questa puntata della mia personalissima, solipsistica column? Vi siete goduti questo assemblaggio di facce da manicomio criminale? E vi state chiedendo che significato abbiano? Presto detto: rappresentano i reperti clinici, i residui d'immagine (sapientemente scannerizzati dal mio dolce amico Paolo Gogni, che ringrazio di tutto cuore) della CurtoniCon che si è tenuta a casa mia e dintorni, in parole povere a Piacenza, il 27 settembre di quest'anno di grazia 1997.


La mandria svaccata dopo la mangiata piacentina. Da sinistra a destra, e pure in su e in giù: Anna Ferruglio Del Dan, Emiliano Farinella, Giuseppe Festino, Lanfranco Fabriani, Franco Clun, Piergiorgio Nicolazzini, Sandrone Dazieri, Silvio Sosio, Luigi Pachì, Valerio Evangelisti, Davide (il moroso di Monica) e Monica Dapiaggi. La bella espressione ebete di tutti non dipende dal fatto che avessero mangiato troppo. E' la loro espressione più intelligente. Sorry.

Cos'è una CurtoniCon? E' una riunione di amici miei, appassionati di sf, che ogni tanto si danno convegno a casa mia per sgavazzare in compagnia. Cioè per mangiare, bere e ruttare in santa pace; chiacchierare di sf, raccontarsi malignita', lodare i presenti e sparlare degli assenti. Com'è ottima consuetudine di ogni ambiente di lavoro. Di CurtoniCon se ne sono già tenute tre o quattro, però direi che questa è stata una delle migliori e più divertenti: ottima e abbondante, come il rancio della truppa. Con la sfolgorante guest star Valerio Evangelisti, che la mattina ci ha intrattenuti coi suoi sapidi aneddoti, e nel pomeriggio ci ha deliziati (BLEAH!) con la videoproiezione, in prima mondiale assoluta (il mondo intero si è rifiutato di dare il visto di censura a questa cassetta), del suo film La barbara invasione delle Amazzoni Marziane contro gli Astronauti Ninja. Se ricordo bene il titolo, ma potrei anche sbagliarmi. Preferisco dimenticare TUTTO di questo orrore... Oltre a Valerio e al suo tristo film, la giornata è stata fatta di chiacchiere, risate, commenti più o meno acidi su questo o quello, scambi di opinioni e talora litigate (a questo ho dato il mio bravo contributo, pieno di alcol com'ero); e non posso sottacere la vigorosa mangiata nel ristorante piacentino tipico che è ormai la sede fissa di queste riunioni.


Il guru Piergiorgio Nicolazzini in meditazione sulla sacra poltrona del Maharishi Vittorio Curtoni. Notare l'espressione furbetta che non lascia presagire nulla di buono per i lettori dell'Editrice Nord.

Che ci volete fare? A me non piace spostarmi. Non amo viaggiare. Non me ne frega niente di vedere il mondo e le sue meraviglie. Mentre ADORO la compagnia degli amici. Sicché li costringo a venire da me. Debbo dire che in genere accettano volentieri. Non per me, s'intende; per il ristorante. Che è l'incarnazione mangereccia del mio sex appeal. Okay, okay, ognuno gode come può...


E.T., palesemente truccato da Valerio Evangelisti, stringe orgoglioso tra le mani il bellissimo disegno che Giuseppe Festino ha regalato a Evangelisti per celebrare il ciclo di Eymerich. Gli X-Files sono superflui; aveva ragione Spielberg. E.T. esiste!

Alcune delle persone ritratte in fotografia sono frequentatori decentemente abituali di casa mia. Molti sono amici di lunghissima data, cari a me quanto a mia moglie Lucia. Alcuni, pochi, erano del tutto nuovi all'ambiente, ma la mia impressione è che l'amalgama abbia funzionato piuttosto bene. Perché, a dio piacendo, la gente che gravita attorno alla sf via modem (leggi Internet, leggi DELOS) è gente davvero notevole. Esseri umani come ormai se ne producono pochi. Se mi spiego.

D'accordo, adesso la pianto con queste fregnacce melense. E' che a volte io so essere capace di un abominevole, mieloso romanticume. Giuro. A volte mi guardo allo specchio e mi chiedo: "Ma come, tu che hai tanto odiato il romanticismo rurale di Simak, la poesia dell'idiota del villaggio e dei balletti con l'alieno sull'aia, proprio tu puoi arrivare a questi abissi da romanzo rosa?" Ebbene, sì. Una confessione in via del tutto riservata alle poche anime candide che mi stanno leggendo: la mattina del 27 settembre, diciamo dalle 11.30 in poi, dopo che il grosso della truppa si era radunato nel mio soggiorno e i vari cani sparsi arrivavano alla spicciolata, io, dopo avere provveduto a rifornire tutti dei dovuti beveraggi, più di una volta mi sono chiuso da solo in cucina. Un po' per versarmi un altro goccio del mio adorato Trebbianino, il vino bianco piacentino che ho indefessamente continuato a ingurgitare per l'intera giornata (prosit!); e molto perché, nella straordinaria luce autunnale che entrava dalla mia porta-finestra, col sottofondo di voci e di risate che mi giungevano dall'altra stanza, godevo come una bestia. Mi dicevo: "Di là ci sono tante persone che sono miei amici. Gente che condivide le mie passioni, il mio modo di vedere le cose.

Gente che è venuta qui per stare con me." Eccetera.


Valerio Evangelisti e Silvio Sosio in primo piano. Si stavano scambiando confidenze sul modo migliore di prepararsi canne col Coccolino Bianco (vedi quel che ha in mano Evangelisti). Avevano gia' steso molti altri: Luigi Pachì, riverso sul divano bianco, e Sandrone Dazieri, steso per terra dopo una sniffata di Coccolino di troppo.

Io sono fatto così. Sono uno viscerale. Sono uno sincero, ruspante. Se piaccio, bene; se schifo, va bene lo stesso. Ma di certo, la sensazione di tante persone raccolte attorno a me, con me, per stare con me, è una di quelle cose che possono da sole giustificare il senso di una vita. Se un senso esiste, s'intende.

Muy bien. Suppongo di avere blaterato più che a sufficienza, per questo mese. Come ai bei tempi di Robot. Mi sia solo concessa un'ultima nota.

Fare il professionista della fantascienza, in uno o più dei tanti modi possibili, non è stata e non è una vita facile. Poche soddisfazioni, pochi soldi. Pochissime certezze e moltissime incertezze. A tutt'oggi, il mio futuro presenta più domande che risposte. A parecchi livelli.


Ecco due delinquenti ancora attivamente ricercati da Digos, CIA, FBI, ex KGB, MI5, ANASF, eccetera. Se li vedete, segnalateli al McDonald's più vicino!!! Da sinistra a destra: Luigi Pachì e Silvio Sosio. Ritratti nel lussuoso ambiente di vita di un traduttore d'alto bordo. I danni che hanno fatto non si contano. Mancia competente a chi li riporterà a Gianfranco de Turris.

Però di una cosa sono certo: una riunione di venditori di stoccafisso, o di macchine agricole o di surgelati, o di automobili o di giocattoli, non potrebbe mai avere la sfolgorante bellezza umana di una CurtoniCon. E non perché ci sia io. Perché ci sono tutti gli altri.

Affanculo chi dice il contrario.